Si è parlato anche di lavoratori stagionali nel corso della puntata di Agorà andata in onda stamattina 25 aprile su Rai3. Un argomento che ormai tiene banco da prima di Pasqua – e prima ancora lo scorso anno – ossia da quando i turisti con i primi caldi hanno ricominciato (fortunatamente) ad affollare le mete più e meno gettonate del nostro Bel Paese.
Il servizio di Agorà si è concentrato su Firenze, presa d’assalto dai turisti anche in questo periodo. A essere intervistati sono stati alcuni imprenditori della città, rammaricati dalla mancanza di lavoratori stagionali, e il Presidente della Confcommercio Toscana Aldo Cursano, che alla domanda della giornalista su quali fossero le cause di tale carenza ha così risposto:
“È un settore in cui bisogna lavorare la sera, si lavora nei fine settimana, c’è il sacrificio. È un lavoro in cui bisogna stare in piedi, in cui bisogna correre: ecco perché è rivolto molto ai giovani, che adesso probabilmente hanno meno predisposizione.”
Meno predisposizione sì, ma “a essere sfruttati”, ribatte Luisella Brotini di Filcams CGIL Toscana, che ai microfoni di Agorà incalza:
“I giovani non vogliono essere sfruttati. Quando per turni lunghi si intendono anche 12/14 ore al giorno però con un contratto di lavoro che magari è di 20 ore settimanali e quindi retribuito in parte a nero significa anche meno indennità di disoccupazione, che viene calcolata ovviamente solo sulle ore contrattuali. È una narrazione che i ragazzi non sono più disponibili ad accettare.”
Condizioni di lavoro difficili da sostenere alle quali si aggiunge anche il Reddito di Cittadinanza, additato da alcuni imprenditori come causa di rifiuto di un posto di lavoro: alcuni datori lamentano infatti di non trovare lavoratori proprio perché questi ultimi sarebbero più affascinati dal sostegno che dal contratto che viene loro proposto. Tuttavia, la domanda sorge spontanea: è davvero colpa del Reddito di Cittadinanza? Una risposta arriva direttamente dallo studio di Agorà: “Non si trovano lavoratori? Pagateli e si trovano. Bisogna alzare l’asticella“, chiarisce la giornalista Mariolina Sattanino, ospite della trasmissione. Ma “per alcune piccole realtà pagare salari elevati può voler dire chiudere“, sostiene Elsa Fornero in collegamento.
Il dibattito in corso, dunque, sembra non avere fine.
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