Lo stop alle relazioni commerciali con Mosca non piace agli imprenditori del Made in Italy, che con quel mercato lavoravano e producevano ricchezza, tutelando i posti di lavoro in Italia. Specie nei distretti del Calzaturiero e della Moda che hanno nei mercati dell’Est più del 50% del loro fatturato.
Ne parla il quotidiano La Verità in edicola oggi con un articolo in prima pagina:
“Il contraccolpo delle sanzioni è stato durissimo e mette in crisi non solo gli scarpai, ma molto altri settori. E’ una filiera lunga: va dalle concerie alla gomma, dalla carta alle lavorazioni metalliche. Il distretto delle Marche conta 3.000 aziende, con circa 9 lavoratori ad azienda, di cui un terzo fanno scarpe e due terzi semilavorati o produzioni complementari. Le sanzioni vogliono dire 6 milioni di paia di scarpe senza acquirenti. Da qui la decisione di partire comunque per Mosca il gruppo composto da 48 aziende, assiste dalla Fiera di Bologna e da Assocalzaturifici, aderente a Confindustria. Il grosso è costituito da 31 calzaturifici partiti da Sant’Elpidio, da Civitanova Marche, da Casette d’Ete, da Montegranaro e Monte Urano. Lo fanno assumendosi anche dei rischi personali. Non ci sono più voli diretti dall’Italia per Mosca: chi poteva spendere è passato da Dubai, gli altri hanno fatto dall’Italia a Mosca via Serbia e Turchia”.
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