Farsi una famiglia a 30 anni, in Italia, è certamente possibile, ma la strada è tutta in salita se si guarda soprattutto allo stipendio. A metterlo in luce è una indagine dei CAF delle ACLI, presenti in tutta Italia, che durante le dichiarazioni dei redditi degli scorsi anni hanno potuto analizzare qual è il salario reale dei lavoratori.
Ebbene, l’esito dell’indagine dà un risultato impietoso. Lo mette in luce l’edizione odierna del quotidiano la Repubblica in edicola oggi che, in occasione della Festa del Lavoro, dedica ampio spazio al “lavoro povero” in Italia:
“Colpisce un altro studio delle Acli su un milione di dichiarazioni dei redditi 2020 arrivate ai loro Caf. Ebbene quasi la metà dei lavoratori trentenni oscilla tra la povertà assoluta e l’autosufficienza stentata, con retribuzioni tra 8 mila e 16 mila euro all’anno. Un altro 20% va in forte difficoltà se si presentano imprevisti, con stipendi attorno a 22 mila euro annui. E i dati sono anche sottostimati, si legge nell’analisi, perché il 77% dei lavoratori dipendenti del campione è del Nord, noto per buste paga più generose. «I giovani lavoratori italiani lambiscono la povertà a 30-34 anni, ma poi non ne escono a 35-39, da quasi quarantenni, davvero allarmante», dice Stefano Tassinari, vice-presidente nazionale Acli”.
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