TuttoLavoro24.it lo aveva anticipato alcuni giorni fa ai suoi lettori. In Parlamento era in discussione una proposta di modifica alla legge sul reddito di cittadinanza che obbliga i datori di lavoro a segnalare ai centri per l’impiego il rifiuto di una eventuale offerta di lavoro. Un vero e proprio cambio di paradigma, che ha l’obiettivo di controllare tutta un’area di domanda-offerta di lavoro che sfugge dal controllo degli organi competenti.
Ora quella proposta è stata approvata a maggioranza ed entro luglio sarà legge. Ne parla Il Sole 24 Ore in edicola oggi:
“Nuovo giro di vite sul reddito di cittadinanza. L’offerta di lavoro (congrua) al baneficiario del sussidio può arrivare anche direttamente da un datore di lavoro privato. Insomma, una sorta di ’chiamata diretta’; ma se non viene accettata il datore è tenuto a comunicare il rifiuto al centro per l’impiego competente (il dinieo diventa così rilevante ’anche ai fini della decadenza del beneficio’). La novità è contenuta in un emendamento del centro destra approvato dalle commissioni Bilancio e Finanze della Camera al Dl Aiuti (ilM5S, padre del Reddito di cittadinanza, ha votato contro). Spetterà al ministero del Lavoro, entro 60 giorni dall’entrata in vigore del provvedimento dettagliare le modalità di comunicazione e di verifica della mancata accettazione dell’offerta congrua”.
Insomma cambieranno le regole per chi rifiuta un’offerta di lavoro congrua. Ricordiamo che in base alle regole di oggi un’offerta viene considerata congrua nel caso di prima offerta di lavoro a tempo pieno e indeterminato, se questo dista meno di ottanta chilometri o comunque raggiungibile in 100 minuti con i mezzi di trasporto pubblici. Nel caso di seconda offerta si guarda a tutto il territorio nazionale.
Se il invece l’offerta di lavoro è a termine o a tempo parziale, sia in caso di prima offerta che seconda, è congrua se è fatta entro 80 chilometri di distanza dalla residenza del beneficiario o comunque raggiungibile entro 100 minuti con i mezzi di trasporto pubblici.
Nel caso di rifiuto di un’offerta congrua, scatta una diminuzione mensile 5 euro per ciascun mese a partire dal mese dopo a quello del rifiuto. Al secondo rifiuto, il sussidio viene revocato (in passato si doveva arrivare a 3 rifiuti).
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