“Oltre i 30 gradi, oltre tassi di umidità del 50 per cento, gli operai agricoli rischiano la vita nei campi e nelle serre. Nelle ore di punta, nelle ultime settimane, quei valori sono stati e sono puntualmente superati. A datori di lavoro e Regione chiediamo di intervenire. Subito! Per una volta, non si attenda l’irreparabile. Niente scuse, niente lacrime di coccodrillo”.
È l’appello lanciato dal sindacato dei lavoratori agricoli UILA Sicilia in una nota stampa.
L’appello si rivolge innanzitutto alle imprese: “Ricordiamo che il testo unico sulla salute e la sicurezza dei lavoratori indica tra gli obblighi del datore di lavoro la valutazione del rischio microclima insieme alle misure di prevenzione e protezione utili a eliminare o limitare il rischio”.
“Le attività con maggiore fatica fisica – precisa il sindacato – vanno programmate in orari mattutini e preserali. All’interno delle serre, poi, devono essere concesse soste ripetute ai braccianti nelle ore più calde. Siano garantite zone ombreggiate e pause di almeno un quarto d’ora ogni ora”.
L’appello si sposta poi al Governo regionale della Sicilia: “Proponiamo semplicemente che il presidente Nello Musumeci faccia suo il provvedimento assunto per il secondo anno consecutivo dal collega, governatore della Puglia, Michele Emiliano. Ci riferiamo all’ordinanza 258, che mettiamo a disposizione degli uffici della Regione Sicilia e che fa specifico riferimento all’attività lavorativa nel settore agricolo svolta in condizioni di esposizione prolungata al sole. La disposizione vieta che i braccianti siano chiamati a ogni tipo di prestazione in condizioni di esposizione prolungata al sole e, comunque, dalle 12.30 alle 16 fino al 31 agosto ma solo in quelle date in cui i bollettini meteo definiscono alto il pericolo di ondate di calore. Non ci sembra di chiedere troppo. Attendiamo riscontro, con cortese urgenza”.