Si diceva una volta ”ferie d’agosto”, che è anche il titolo di un film di Paolo Virzì del 1996, ma ora la realtà economica è cambiata. Nulla è più come prima, l’organizzazione del lavoro, il contesto produttivo di riferimento e quello economico mondiale. Per cui anche in ferie ci si va in modalità ”no standard”.
Ne sanno qualcosa i lavoratori dell’industria, come i Metalmeccanici che nel mese di agosto hanno ormai le settimane frammentate, 1 o massimo 2 di stop, anche per sfruttare i costi più basi dei beni energetici, e po idi nuovo a lavoro. Situazione che tutto sommato garantisce una certa stabilità per chi cerca il relax nel cuore dell’estate.
Diversa è invece la condizione dei lavoratori dell’edilizia e dei lavoratori precari, atipici, impiegati in vari settori come commercio, turismo e servizi.
Ecco quanto si legge sulle colonne del quotidiano Avvenire del 31 luglio:
“Chi invece non è vittima delle nuove tendenze ma viene stritolato dalle esigenze inderogabili del mercato è il comparto degli edili. La mole di lavoro sollevata dal superbonus del 110 per cento e le tappe imposte dalla normativa per portare a termine i lavori hanno costretto la categoria quest’anno a ridurre il periodo di ferie dalle due settimane previste normalmente ad una sola settimana. Ritmi e caldo prospettano un agosto di fuoco per gli edili, settore dove le morti sul lavoro sono significative. «Per molti anni ci siamo occupati più degli eventi meteo invernali, mentre è giunto il momento di occuparci del caldo torrido. Si sconsiglia ai cittadini di uscire di casa, ma nei cantieri centinaia di migliaia di edili continuano a lavorare. Bisogna pensare alla riduzione dell’orario di lavoro, i rischi da stress termico non sono da sottovalutare», ha dichiarato Enzo Pelle, segretario generale della Filca-Cisl. Agosto duro e rovente anche per i 5 milioni di lavoratori atipici o precari che in molti casi non hanno nemmeno diritto alle ferie e in altri hanno lavori così frammentati da non riuscire a cumulare il diritto a sufficienti giorni di vacanza. «Milioni di persone, spesso giovani e donne, non raggiungono un reddito sufficiente e sono relegati in una zona grigia con poche o nessuna tutela. Oltre ad essere spesso esclusi da pensione, infortunio o maternità anche questa estate, molto probabilmente, le lavoratrici e i lavoratori più precari saranno costretti a lavorare», denuncia Andrea Borghesi, segretario generale di Nidil Cgil. Un universo costretto al lavoro agostano, quello composto dal supermarket delle 22 tipologie contrattuali precarie presenti nel nostro Paese. Senza contare gli ultimi della catena: i tirocinanti. Nel caldo appaiono sulle vetrine malinconiche richieste scritte con il pennarello: servono braccia giovani e forti per far fronte alle turnazioni”.
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