HomeEvidenzaScuola, Premio Continuità didattica in zone a rischio: il NO dei sindacati

Scuola, Premio Continuità didattica in zone a rischio: il NO dei sindacati

Individuati i criteri per l’assegnazione di un premio agli insegnanti che garantiscono continuità didattica e che non si spostano da zone più disagiate. TuttoLavoro24.it ne aveva già dato un’anticipazione nei giorni scorsi in questo articolo.

Le procedure di attribuzione e ripartizione sono stabilite dal decreto ministeriale 258 del 30 settembre 2022, aspramente contestato dai sindacati. Vediamo a quali docenti spetta il premio e in che misura.

Premio docenti 2022: a chi spetta

I 3 milioni di euro (ossia il 10% dei 30 milioni destinati a valorizzare la professionalità dei docenti nell’ambito del FMOF, come previsto dalla legge n. 205 del 27 dicembre 2017) verranno ripartiti tra:

  • il personale docente che garantisca l’interesse dei propri alunni e studenti alla continuità didattica;
  • il personale docente in servizio presso le scuole “a rischio”, ossia caratterizzate da valori degli indici di status sociale, economico e culturale e di dispersione scolastica.

Premio docenti 2022: ripartizione

La ripartizione avverrà nel seguente modo:

  • per il 70% ai docenti che non abbiano, almeno nell’ultimo quinquennio, presentato domanda di mobilità, di assegnazione provvisoria, di utilizzazione e che non abbiano accettato il conferimento di supplenza per l’intero anno scolastico per altra tipologia o classe di concorso;
  • per il 30% ai docenti che da almeno cinque anni insegnino in istituzioni scolastiche che presentano condizioni socio-economiche più disagiate, maggiore dispersione o il rischio di spopolamento, non avendo la residenza o il domicilio nella medesima provincia della istituzione scolastica.

Come specificato nel decreto, al ricorrere di entrambi i requisiti si cumula il beneficio.

Premio docenti 2022: la posizione dei sindacati

Non l’hanno presa bene i sindacati, che vedono il decreto come un attacco alla contrattazione.

Per la FLC (Federazione Lavoratori della Conoscenza), infatti, la valorizzazione del personale in termini economici attiene al contratto e le strade per garantire in pieno il diritto allo studio degli alunni sono altre, “a partire da una effettiva stabilizzazione dei posti di sostegno, dalla piena copertura degli stessi con personale specializzato e da un programma di superamento del precariato con attenzione proprio alle scuole più a rischio, sulle quali non ha alcun senso differenziare chi decide di permanere perché residente in provincia o fuori

Queste erogazioni estemporanee, conclude la FLC nella nota, costituiscono “un’invasione di campo nella trattativa disponendo su materie afferenti alla contrattazione con conseguente assegnazione di salario accessorio per legge”.

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