La formazione del nuovo Governo è in dirittura di arrivo e già iniziano ad alzarsi le prime polemiche sui nomi dei ministri. Sul fronte “Welfare” il nome che circola con insistenza da giorni è quello di Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro.
“Ormai ci siamo. – scrive il sindacato USB in una nota – Dopo il chiarimento tra Berlusconi e Meloni nella sede nazionale di Fratelli d’Italia, la compagine vincitrice delle elezioni politiche del 25 settembre punta spedita alla formazione del nuovo governo. L’incarico a Giorgia Meloni potrebbe arrivare nella giornata di giovedì”.
“…Il nome di Marina Calderone come ministro del Lavoro ricorre ormai con insistenza”.
Si tratterebbe della figura di un ”tecnico”, non un politico militante del centro-destra”. La Calderone “è presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei consulenti del lavoro nel quale compare anche il marito, Rosario De Luca, che è anche presidente del CdA della Fondazione studi del Consiglio nazionale consulenti del lavoro e consigliere d’amministrazione dell’Inps”.
E allora? Dove sarebbe l’incompatibilità? Secondo il sindacato di base “l’Istituto nazionale di previdenza sociale è un ente pubblico sottoposto a vigilanza da parte del Ministero del Lavoro. Se Marina Calderone diventasse ministro del Lavoro “vigilerebbe” sull’attività del marito. Non sappiamo se giuridicamente si possa parlare di conflitto d’interesse ma riteniamo evidentemente inopportuna la contemporaneità dei due incarichi”, conclude USB.
