Arrivano dopo 7 anni le condanne penali per la morte di Abdullah Mohammed, il bracciante agricolo ivoriano, sposato e padre di due figli, che il 20 luglio del 2015 è morto nei campi in Salento mentre la colonnina di mercurio segnava 40 gradi.
Il Datore di lavoro anziché tutelare la sua salute (Abdullah era malato da tempo), preferì mandarlo a lavoro nonostante le avverse condizioni meteo e senza alcuna visita medica preventiva.
A dare notizia della condanna sia al Datore di lavoro che al Caporale è il quotidiano il manifesto in edicola oggi:
“Morì sotto il sole di luglio mentre raccoglieva pomodori nelle campagne salentine tra Nardò e Avetrana, lavorando senza un contratto legale e senza garanzie sanitarie. Ora per la morte di Abdullah Mohammed, bracciante sudanese di 47 anni, la Corte di assise di Lecce ha condannato a 14 anni e mezzo di reclusione sia l”imprenditore agricolo che lo sfruttava, Giuseppe Mariano, che il connazionale della vittima Mohamed Elsalih, caporale che gestiva il giro di braccianti da utilizzare nei campi. Per entrambi sono state confermate le accuse di riduzione in schiavitù e omicidio colposo contestate dalla procura salentina”.