Per il Reddito di Cittadinanza il 2023 sarà l’anno della trasformazione. Questo è un dato oramai certo. Il Governo in prima battuta aveva formalizzato della Manovra una riduzione del sussidio ad un massimo di 8 mesi.
Sembrava dover essere questa l’unica stretta per il prossimo anno in vista della sua totale abrogazione nel 2024 e sostituzione col RIA. Invece la situazione è cambiata rapidamente e ora in Parlamento si insiste per un ulteriore taglio che farebbe risparmiare alle casse statali altri 200 milioni: riduzione della durata da 8 a 7 mesi nel 2023 ed esclusione degli under 40 dal beneficio del sussidio.
La conferma arriva anche da Il Fatto Quotidiano in edicola oggi che mette in risalto come il quadro sarà più chiaro a brevissimo, quando saranno prese le decisioni definitive. Tra oggi e il 20 dicembre sarà definito il futuro del Reddito di Cittadinanza, quello che uscirà dalla Manovra e almeno per il 2023.
“Il testo – si legge sulle colonne del “Fatto” – continua il suo iter in Commissione Bilancio alla Camera, ma al momento il negoziato nella maggioranza sulle modifiche è in stallo. Entro il 20 dicembre il testo dovrà andare in aula, pena lo sforamento dei tempi e il rischio dell’esercizio provvisorio. Stasera, forse, arriverà il maxi-emendamento del governo, ma la coperta è cortissima (400 milioni per le modifiche, di cui 150 all’opposizione) e per questo mercoledì alla riunione di maggioranza con il ministro Giancarlo Giorgetti è emersa la possibilità di dare un altro colpo ai poveri riducendo ancora il Rdc, da 8 a 7 mesi, per gli 860 mila percettori “occupabili”, magari vincolando il nuovo taglio agli under 40. La richiesta, via emendamento, è di Maurizio Lupi, il resto del centrodestra sembra sposarla. Il relatore in quota Forza Italia, Roberto Pella, parla di ipotesi “molto probabile”, visto che “consentirebbe di liberare ulteriori risorse per 200 milioni”.
