Nel 2023 basterà rifiutare una qualsiasi offerta di lavoro, anche lontana da casa, per perdere il Reddito di Cittadinanza.
È quanto stabilisce un emendamento approvato nella notte di martedì 20 dicembre in commissione Bilancio della Camera, a firma di Maurizio Lupi (Noi moderati) e che pone una nuova stretta sul Reddito di Cittadinanza.
Dopo le decisioni di ridurre a 7 i mesi di fruizione del RdC e di far terminare gli studi ai percettori più giovani, viene dunque eliminato dal testo di legge anche l’aggettivo “congrua” relativa all’offerta di lavoro. Ecco quanto si apprende dal Corriere della Sera di mercoledì 21 dicembre:
“Stretta sul Reddito. Nella notte la commissione Bilancio della Camera approva un emendamento che cancella la parola ‹‹congrua›› dal testo che prevede che i beneficiari del Reddito decadano qualora non accettino la prima offerta di lavoro.“
In base alle legge del 2019, è congrua l’offerta che:
- prevede un’occupazione entro gli 80 chilometri dalla residenza e comunque raggiungibile in 100 minuti con i mezzi pubblici;
- è collegata alle precedenti esperienze formative dell’interessato.
Con questa modifica, dunque, dal prossimo gennaio i percettori del Reddito di Cittadinanza saranno costretti ad accettare qualsiasi tipo di offerta di lavoro ubicata ovunque sul territorio italiano pur di non perdere il diritto al sussidio.