Reddito di Cittadinanza, lo spauracchio della totale abrogazione nel 2024 e della riduzione a 7 mesi di percezione nel 2023 ha portato a una diminuzione delle domande: segno che il RdC non è più considerato un’alternativa valida alla povertà.
Vuoi per via della stretta voluta da Draghi, che ha portato da tre a due le offerte di lavoro rifiutabili senza il rischio di perdere l’assegno e rafforzata poi dal Governo Meloni, vuoi per l’intensificazione dei controlli INPS, che nel 2022 hanno portato a 268 mila decadenze e a più di 72 mila revoche.
Fatto sta che a dicembre 2022 il Reddito di Cittadinanza ha raggiunto un milione e 45 mila famiglie, circa 200 mila in meno rispetto a dicembre 2021, quando i nuclei familiari percettori erano più di 1,2 milioni come registrato dai dati INPS. Prova forse del fatto che in molti starebbero cominciando a guardare ad altre soluzioni per mettersi al sicuro.
Di conseguenza anche la spesa per il sussidio si sta assottigliando. Nel 2022 per il Reddito di Cittadinanza il governo ha speso poco meno di 8 miliardi di euro, nel 2021 circa 8,3 miliardi. A questo ritmo, e considerando che i percettori occupabili non riscuoteranno più il sussidio a partire da agosto, quest’anno la prestazione dovrebbe assorbire più o meno 6 miliardi di euro.