Alberghi e ristoranti in cerca di lavoratori per la stagione che inizierà non prima di aprile. La corsa alla manodopera stagionale è già partita, con annunci di lavoro pubblicati già dai primi giorni di febbraio. La mancanza di personale verificatosi anno scorso è infatti ciò che si intende evitare.
Si cerca di tutto: receptionist, addetti alle camere, cuochi, camerieri, perfino bagnini per l’estate. Qualche numero lo fornisce Il Secolo XIX in un articolo del 22 febbraio: solo nella provincia di Imperia si cercano già 30 addetti in tutto per alberghi, 7 per i ristoranti, ben 11 in un solo stabilimento balneare. I contratti proposti sono a tempo determinato o parziale, apprendistato (e tirocinio), magari con possibilità di trasformazione a tempo pieno. La paga varia a seconda del ruolo, ma in alcuni casi per i cuochi può arrivare anche a 70 mila euro.
Ma nonostante l’avvio delle selezioni con largo anticipo rispetto al passato e la collaborazione dei centri per l’impiego, il rischio di rimanere con qualche posizione vacante permane. Secondo il presidente di Federalberghi provinciale, Americo Pilati, il problema è da ricondurre alla durata ridotta della stagione. Queste le sue parole al quotidiano:
«Si apre ad aprile ma si cerca già da adesso. I lavoratori più preparati come cuochi, chef de rang, baristi, responsabili di reception, sono praticamente introvabili. Vanno altrove, in montagna o anche all’estero, dove si lavora almeno otto mesi l’anno per mantenere la famiglia, con meno disoccupazione. Il patto del lavoro con Regione e sindacati è datato, va esteso ai “meno ricchi” che non riescono ad aprire almeno 8 mesi l’anno. In Liguria, salvo le città, Sanremo e il Tigullio, ormai è così. Si apre da aprile a settembre mentre dovremmo arrivare almeno da marzo a ottobre. Serve un nuovo patto del lavoro e ristori per fare almeno 8 mesi l’anno.››
In pratica, serve una stagione più lunga che invogli i lavoratori a restare nei ristoranti e negli alberghi italiani (liguri in questo caso) piuttosto che andare all’estero. Anche perché, come ha sottolineato la CGIA di Mestre qualche giorno fa, l’indennità di disoccupazione NASpI non copre tutti i mesi in cui il lavoratore non ha un impiego e ciò scoraggia ulteriormente le persone dall’intraprendere la stagione lavorativa, penalizzando soprattutto le strutture alberghiere e i ristoranti.