Botta e risposta durante il question time alla Camera di mercoledì 15 marzo tra la neo eletta segretaria del Partito Democratico Elly Schlein e la Presidente del Consiglio Giorgia Meloni.
La Schlein, forse un po’ emozionata ma forte delle sue idee, ha interrogato la Premier sulla questione del lavoro povero e della precarietà, temi indiscutibilmente legati. A detta della leader del PD occorre fissare per legge un salario minimo per aiutare le 3 milioni di persone che pur avendo un impiego rimangono povere, perché ‹‹sotto una certa soglia di retribuzione non si può nemmeno chiamare lavoro, è sfruttamento››. Una misura che sia complementare e non sostitutiva della contrattazione collettiva, che invece va rafforzata ed estesa a tutti in modo da arginare sempre di più i contratti pirata.
La leader PD si è detta stupita di come il Governo non riesca a vedere il nesso tra la crisi della natalità e la precarietà in cui versano moltissime donne. E’ seguita la replica della Premier che di certo non si fatta intimidire dalle parole della Schlein.
‹‹Il governo non è convinto che la soluzione sia la fissazione di un salario minimo legale – ha spiegato Meloni – molto più efficace sarebbe estendere la contrattazione collettiva anche nei settori nei quali oggi non è prevista e tagliare le tasse sul lavoro››. Cosa che in parte il Governo è riuscito a fare, con la proroga del taglio del 2% del cuneo fiscale innalzato a 3 per i redditi più bassi: comunque, “se la situazione per imprese e famiglie è questa la colpa è del Governo precedente” ha fatto intendere la Presidente del Consiglio.
Se sul tema del salario minimo sembra ci sia dunque poco da discutere, Meloni si è detta aperta a un confronto sul tema del congedo parentale: la Schlein l’ha accusata di aver fatto poco, la Premier ha ribattuto dicendo di aver fatto il massimo con le risorse a disposizione ma che essendo per lei il tema della maternità una priorità assoluta è pronta a confrontarsi con l’opposizione.
I toni si sono scaldati durante la replica di Schlein, rimasta insoddisfatta della risposta del Governo in merito al tema della precarietà dei salari: ‹‹lavoro e povero non devono più stare nella stessa frase›› ha sentenziato la neo Segretaria.
E proprio sotto questo punto di vista l’accusa mossa al Governo dalla leader del PD è quella di avere un atteggiamento contraddittorio. In Europa sì al salario minimo ma in Italia le proposte sono state bocciate tutte, lotta al lavoro precario ma reintroduzione dei voucher ed estensione dei contratti a termine: sono alcuni degli esempi portati in aula dalla Schlein. “Meglio pensare ai rave, ai condoni e a colpire i diritti della famiglie omogenitoriali“ ha quasi urlato sopra una scia di applausi dei suoi la segretaria del PD alla fine della replica. Il tutto, mentre Giorgia Meloni scuoteva la testa con un accenno di sorriso ironico.