Alberghi, prenotazioni in crescita nel 2023 ma la qualità delle strutture lascia un po’ a desiderare e non rispetta sempre le aspettative della clientela.
È quanto emerso, molto sinteticamente, nel corso del convegno “Il turismo che verrà: una lettura attraverso l’ospitalità in Italia” tenutosi nella giornata di 22 marzo alla Bocconi e promosso da Confidustria alberghi, Assolombarda e il Master in economia del turismo dell’ateneo.
Tra i punti deboli indicati dagli ospiti e riportati da Il Sole 24 Ore di giovedì 23 marzo troviamo:
- manutenzione;
- servizio;
- connettività.
La presenza delle catene, che sono il 5,6% sul territorio italiano e in aumento nel segmento del lusso, ‹‹dovrebbe stimolare gli albergatori indipendenti a rinnovare le loro strutture e la tipologia d’offerta rendendola meno tradizionale e più appetibile a una clientela internazionale›› dice al quotidiano Maddalena Terraneo, Senior Consultant di Horwath Htl Italia.
Molte delle strutture, infatti, sono datate e non più in linea con gli standard richiesti dai viaggiatori. Nonostante questo, l’aumento del prezzo delle camere viene accettato dai clienti e il trend delle prenotazioni vede una crescita importante rispetto al 2022: ‹‹L’Italia attira un turismo d’elite, nel 2022 si è visto un aumento a doppia cifra della tariffa media giornaliera e nei primi 2 mesi del 2023 continua il trend migliorativo delle performance, sia come tasso d’occupazione sia come tariffe medie›› aggiunge Marco Giuseppe Malacrida di Str Italia.
Per supportare il rinnovamento degli hotel ci sono pronti 700 milioni provenienti dalle risorse di Cassa Depositi e Prestiti (CDP). L’obiettivo è quello di arrivare a 1,1 miliardi di euro e quello di ‹‹sostenere i gestori nazionali nello sviluppo e consolidamento del proprio business e favorendo il generale miglioramento delle strutture ricettive, con particolare focus sulla sostenibilità ambientale›› fa sapere Chiara Caruso, responsabile Fondo nazionale del turismo per CDP.