Nei giorni del Vinitaly, che si tiene a Verona dal 2 al 5 aprile e che ospiterà 4.400 aziende, oltre 1000 buyer, (di cui 130 cinesi), oltre che appassionati del calice e curiosi, la stampa dedica ampio spazio all’economia dell’intera filiera vitivinicola che vale 31,3 miliardi di euro.
In particolare Il Sole 24 Ore in edicola oggi si sofferma sul valore commerciale dei vigneti e il ruolo che occupano nell’economia del settore:
“Secondo le valutazioni della banca dati dei valori fondiari gestita dal Crea e presso gli archivi dell’Agenzia delle entrate il valore stimato per il vigneto Italia di 56 miliardi equivale a un valore medio di 84mila euro per ettaro. Un dato significativamente superiore alla media dell’agricoltura italiana che è di 21mila euro/ettaro e pone il vigneto nazionale tra le colutre più redditizie in assoluto: la vigna nel nostro Paese rappresenta il 5% della superficie agricola voltivata, ma tocca il 22% quando si parla di valore fondiario”.
La valutazione media di un vigneto italiano è dunque di 84mila euro per ettaro, che corrisponde a 10.000 metri quadri. Cifre nettamente superiori invece, sono stimate per i vigneti che producono i vini di prestigio italiani o di alta commerciabilità:
“c’è un ristretto gruppo di territori che spunta quotazioni dei vigneti superiori ai 500mila euro a ettaro. Secondo l’analisi Vinitaly-Uil tra queste ci sono Barolo e Barbaresco in Piemonte, Montalcino in Toscana, Valdobbiane in Veneto e l’area del lago di Caldaro in Alto Adige”