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Tutti i nodi ancora da sciogliere nel decreto per il rilancio

Prosegue il confronto interno al governo sulle misure da inserire nel decreto Rilancio. Domenica i premier Giuseppe Conte ha riunito i capi delegazione delle forze che sostengono l’esecutivo per cercare un punto di caduta, ma il messaggio è chiaro: nessuna fretta, è un provvedimento molto ampio e va letto attentamente.

Del resto, l’ultima bozza del decreto, datata oltre la mezzanotte di sabato, contiene 258 articoli e per molti manca ancora il parere della Ragioneria sulle coperture.

Diverse le norme che sono ancora al vaglio dei tecnici, ma non sono da meno le misure sotto la lente dei partiti. E, infatti, su tutte le pagine della bozza compare la scritta “da verificare”.

Già domenica mattina il ministro per i rapporti con il Parlamento, Federico D’Incà, aveva ipotizzato che il Cdm non si sarebbe riunito subito: “Credo che il decreto arriverà nella giornata di domani (lunedì, ndr). Passerà per il pre-consiglio nel pomeriggio e quindi farà la sua istruttoria”.

Quanto ai ritardi, il ministro spiega: “È un decreto da 55 miliardi di euro, un valore che nel nostro Paese non si vedeva da molti anni, corrisponde allo spazio di manovra delle ultime 4 o 5 leggi di bilancio”, dunque “abbiamo dovuto fare in modo che tutte le risorse potessero essere messe a terra”.

Fonti di maggioranza non escludono che dal governo arrivi un via libera oggi (lunedì) o martedì ‘salvo intese’, proprio per la mole di interventi ancora da verificare e sui quali non si è raggiunta ancora un’intesa.

Le misure

Nel merito delle misure, D’Incà conferma il rifinanziamento di “tutta la parte degli autonomi andando addirittura ad aumentare” le risorse “per quelli che hanno subito maggior danno, passando da 600 a 1.000 euro per aprile e maggio. Successivamente metteremo a disposizione ancora 15 miliardi di euro per la cassa integrazione con regole anche più semplici, in modo che vengano sciolte le difficoltà che abbiamo visto in queste giornate, dovute ad uno strano intreccio burocratico tra Regioni e Inps.

Poi ci sarà anche una parte di soldi a fondo perduto che verrà dato alle imprese, tra i 1000 e i 5.000 euro. Una pianificazione che ci permette di rispondere a tutto il comparto economico del Paese, dando ancora risorse, con 3 miliardi di euro, anche alla parte sanitaria”. Confermato il bonus vacanze di 500 euro e i sostegni per evitare licenziamenti per un anno.

La questione delle banche

Tramontata l’ipotesi del condono (con la garanzia data dal ministro Boccia al leader dei Verdi Bonelli), resta ancora da trovare la quadra su altre misure. E alcuni malumori, soprattutto tra i 5 stelle, sarebbero stati manifestati circa la possibilità che il decreto intervenga anche sulle banche, con una norma che prevede garanzie dello Stato per i prossimi sei mesi fino a un massimo di valore nominale pari a 15 miliardi di euro a sostegno delle nuove passività degli istituti di credito italiani, e un’altra norma che interviene sulla liquidazione di banche di ridotte dimensioni. Ma ci sarebbe malcontento, spiegano fonti di maggioranza, anche sulle norme relative al reddito di emergenza (sarà erogato in due tranche e deve essere richiesto all’Inps entro giugno) e su altre misure richieste dai partiti che non hanno trovato posto nell’ultima bozza.

Da definire ancora anche tutta la parte sulla Cig e sull’ecobonus (parti per lo piu’ lasciate in bianco nella bozza). L’intero capitolo sul sostegno alle imprese e all’economia porta la dicitura “in attesa di verifica della copertura” da parte della Ragioneria. Insomma, il lavoro da fare e’ ancora molto, tanto che alcune fonti non escludono che il Cdm possa slittare addirittura a meta’ settimana.

Le opposizioni

Critiche le opposizioni: “Escono in continuazione bozze del decreto rilancio prive di coperture su cassa integrazione e sull’annunciato bonus casa. Il governo chiarisca subito se e come intende garantire lavoratori e imprese. Basta prendere in giro chi tiene ancora in piedi questo Paese”, affermano Claudio Durigon e Guido Guidesi, responsabili Lavoro e Attività produttive della Lega.

“Siamo a maggio e da un governo litigioso e inconcludente arrivano solo bozze confuse di un decreto considerato urgente fin dal mese di marzo. Le famiglie e le imprese sono allo stremo, non c’è più tempo da perdere”, incalza il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Francesco Lollobrigida. “Con la solita tecnica dei numeri al Lotto il governo diffonde bozze incontrollate sull’ex decreto aprile, diventato nel frattempo maggio, e prossimo ad essere trasformato in giugno. Altro che ‘rilancio’. Una serie di norme affastellate, confuse, contraddittorie: il governo e incapace di gestire la Fase 2”, attacca Giorgio Mulè di Forza Italia.

Per Matteo Salvini “è questo il momento per fare la riforma fiscale. Noi riproponiamo la flat tax, perché siamo convinti che tagliare le tasse e la burocrazia rappresenti l’unico modo per sconfiggere l’evasione fiscale”.

Il nodo Bellanova

Tra i punti ancora controversi, viene spiegato da fonti di maggioranza, anche la questione della regolarizzazione dei lavoratori migranti fortemente voluta da Italia viva, sostenuta anche da Pd e Leu ma su cui M5s ha espresso perplessità, che al momento non figura nell’ultima bozza del decreto rilancio. Oggi Matteo Renzi ha ribadito il pieno sostegno suo e di tutta Iv alla battaglia portata avanti dalla ministra Bellanova. Ma ci sarebbero anche altre questioni sotto i riflettori dei renziani, come la norma che prevede l’intervento dello Stato nel capitale delle imprese in difficolta’ con un fatturato fino a 50 miliardi di euro, e anche un mancato sostegno adeguato alle scuole paritarie. (AGI)Ser

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Fonte: agi.it

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