Le indagini INAIL sui contagi nei luoghi di lavoro da Covid-19 sono state sintetizzate in un’inchiesta de Il Manifesto.
Eccone un estratto.
“Dall’analisi dei settori dove il contagio è diffuso risulta più colpito quello della sanità e dell’assistenza sociale: ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili. In questi casi le denunce per infortuni sul lavoro sono state il 72,5%.
Sono stati contagiati anche i lavoratori del noleggio e dei servizi come quelli di vigilanza, di pulizia, i call center con il 4,2%. C’è il settore manifatturiero con gli addetti alla lavorazione di prodotti chimici, farmaceutici, stampa, industria alimentare e le attività dei servizi di alloggio e di ristorazione, entrambi con il 2,6%. L’analisi territoriale pubblicata ha evidenziato una distribuzione dei decessi pari al 6,7%in Emilia Romagna nelle Marche è al 4,8%, in Campania è al 7,2%, in Sicilia è all’1,9%. Al 31 maggio in Puglia le denunce sono state 1.195, pari al 2% dei casi totali nazionali. Le morti sul lavoro da Covid sono state nove. La provincia con più contagi è stata quella di Bari (405), seguono Foggia (302), Brindisi (206), la Bat (115), Lecce (85) e ultima Taranto (82).
La categoria più colpita è stata quella degli infermieri, l’87,9% del totale. Tra il personale non qualificato nei servizi di istruzione e sanitari, la maggior parte sono ausiliari ospedalieri e portantini: 97,6%. Tra gli artigiani ed operai specializzati delle lavorazioni alimentari vi sono i macellatori e i confezionatori di carne e pesce”.