AGI – Dopo la nomina di Francesco Caio e Fabio Lazzerini, rispettivamente presidente e ad della nuova Alitalia, i prossimi passi sono costituiti dalla stesura del piano industriale e dall’approvazione dello stesso da parte della Commissione Ue. Perché la nuova società possa davvero operare a tutti gli effetti, facendo affidamento sui 3 miliardi stanziati dal governo nel decreto rilancio, dovrà superare l’esame europeo.
La Commissione da sempre chiede “discontinuità economica” e per questo nei giorni scorsi il governo ha evitato l’affitto dei rami d’azienda, procedura che non sarebbe piaciuta a Bruxelles. Solo pochi giorni fa il commissario all’Economia Ue Paolo Gentiloni ha ripetuto come la discontinuità sia la “condizione” per ottenere il via libera della Commissione al salvataggio.
Al piano industriale stanno già lavorando gli advisor e ora dovrà essere sottoposto all’attenzione dei nuovi vertici sulla base delle linee guida messe a punto dal Mit. Sulla base di queste, la nuova Alitalia Tai (Trasporto aereo italiano) dovrebbe raggiungere il pareggio di bilancio a fine 2022 e iniziare a fare utili a partire dal 2023 per una compagnia che punterà sul medio e lungo raggio.
Caio e Lazzerini, insieme agli ‘azionisti’ Gualtieri, De Micheli e Patuanelli, dovranno anche mettere a punto la governance e la struttura societaria della newco: se lasciarla, almeno in un primo momento, al 100% pubblica o fare entrare i soggetti che hanno presentato manifestazioni di interesse nei mesi scorsi.
Tra questi c’è German Efromovich che da un anno corteggia Alitalia e domani sarà audito in commssione trasporti dalla Camera. Più che svelare le sue intenzioni, già note, l’imprenditore sudamericano dovrà chiarire ai parlamentari italiani dove intende prendere il miliardo che vuole investire in Alitalia. Alla porta, c’è poi USAerospace che recentemente ha ribadito l’interesse a investire 1,5 miliardi di dollari.
Tornando alle nomine di ieri, sono positive le reazioni dei sindacati ai nomi di Lazzerini e Caio. “Adesso bisogna procedere rapidamente al confronto e alla condivisione di un piano industriale di rilancio”, hanno affermato il segretario generale, Claudio Tarlazzi, e il segretario nazionale, Ivan Viglietti, della Uiltrasporti.
Una promozione della scelta del governo arriva anche dall’Anp per la quale sia Lazzerini che Caio “possono attuare quel rilancio efficace e competitivo che l’associazione auspica da tempo con un piano industriale lungimirante necessario alla rinascita della compagnia”. Per Filt Cgil infine “serve un lavoro condiviso con il sindacato”.
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Fonte: agi.it