Ieri la Commissione europea ha formalizzato la proposta per concedere agli Stati membri che lo hanno richiesto le risorse del fondo SURE (dall’inglese Support to mitigate Unemployment Risks in an Emergency), utilizzate per la protezione dei lavoratori durante la questi mesi di emergenza epidemiologica e sanitaria. Si tratta di un totale di 81,4 miliardi per 15 Paesi di cui l’Italia è il primo beneficiario, con un prestito a tasso agevolato per 27,4 miliardi.
Cosa finanzieranno queste risorse ce lo spiega il Corriere della Sera in Edicola oggi:
“I fondi serviranno per finanziare la cassa integrazione, per le indennità per gli autonomi, per i collaboratori sportivi, i lavoratori domestici e intermittenti, per il congedo parentale, i voucher baby sitter, per le misure per i disabili e per il credito di imposta sanificazione”.
Ma il punto della questione è: quando avverranno questi trasferimenti di risorse da Bruxelles a Roma? Una risposta la troviamo ancora sul quotidiano milanese:
“Al momento non c’è una data precisa per l’erogazione dei fondi perché prima è necessario che sia finalizzato il sistema delle garanzie (le somme che i Paesi Ue devono stanziare per consentire alla Commissione di raccogliere i capitali sul mercato emettendo bond)”.
Dunque il prestito richiesto dal Governo italiano per coprire tutti gli strumenti sostegno al reddito utili ad imprese e lavoratori arriverà nei prossimi mesi, si parla di un esborso in dieci rate. L’importo richiesto – precisano dal Governo – non tiene invece conto delle risorse stanziate con l’ultimo Decreto agosto (circa 10 miliardi), poichè la richiesta italiana è precedente al varo di questo provvedimento.
(Nella foto il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri)