Dopo la rottura delle trattative per il rinnovo del ccnl per i lavoratori dell’industria metalmeccanica i sindacati Fiom, Fim, Uil, hanno proclamato lo sciopero per il 5 novembre.
Molti lavoratori in questi giorni si stanno interrogando sulla scelta da compiere il giorno dello sciopero: partecipare all’astensione collettiva o meno? Sciopero sì o sciopero no?
Abbiamo provato sintetizzare in 3 punti le ragioni del «sì» e altri 3 punti le ragioni del «no».
Le ragioni del «sì»
- Partecipando allo sciopero si contribuisce a dare maggior forza alle ragioni della protesta e alle rivendicazioni sindacali, specie quella relativa all’adeguamento salariale.
- Nella fase emergenziale che stiamo attraversando la partecipazione allo sciopero assume maggior rilievo perchè le aziende sono più sensibili alle conseguenze che questo può avere sulla produzione e quindi sui rapporti commerciali con la clientela.
- L’adesione in massa ad uno sciopero, per ogni singola azienda o unità produttiva, può essere utile anche per misurare il proprio “peso contrattuale” per eventuali rivendicazioni collettive utili a livello di sito produttivo, reparto, ecc.
Le ragioni del «no»
- Si accetta una riduzione del netto in busta paga: partecipare ad uno sciopero comporta il rinunciare alla retribuzione per il numero di ore per le quali non si è a disposizione dell’azienda.
- Se si pensa che le proprie aspirazioni, in questo caso quelle che riguardano l’aumento della retribuzione, possano trovare soddisfazione anche con una semplice rivendicazione individuale e le azioni collettive/sindacali non siano in grado di dare valore aggiunto al miglioramento delle condizioni dei lavoratori.
- Se si è convinti che in questa fase storica dell’emergenza epidemiologica sia comunque opportuno mettere al centro le esigenze aziendali di riprendere quota sui mercati dopo i mesi del lockdown.
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