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Il lavoro al tempo del Covid, botta e risposta tra Conte e Landini

AGI – Impostare un confronto tra governo e mondo del lavoro prima di prendere le decisioni, in modo da progettare insieme il futuro del Paese. È la richiesta fatta dal segretario generale dela Cgil, Maurizio Landini, al premier Giuseppe Conte, nel corso di ‘Futura’, l’iniziativa promossa dal sindacato di Corso Italia.

“Colgo occasione per interloquire con il presidente Conte: guardi presidente” ha detto Landini “c’é un tema che dobbiamo affrontare: come si fa il confronto. Vorremmo fare come è stato fatto con i protocolli sulla sicurezza, in un modo importante, ci siamo incontrati, abbiamo discusso prima di prendere decisioni. Bisogna progettare assieme, troviamo la forma e il modo. Abbiamo gestito l’emergenza” ha insistito Landini “ora dobbiamo progettare il cambiamento, decidere quale Paese vogliamo nei prossimi 15 anni. C’è bisogno di progettare assieme, non solo il sindacato, coinvolgendo tutto il mondo del lavoro: bisogna unire, non dividere e usare l’intelligenza di tutti”.

“Il messaggio” ha detto ancora Landini “è che solo insieme si combatte la battaglia: abbiamo bisogno di mettere al centro il lavoro e l’intelligenza delle persone che lavorano”. “Il confronto che avremo da lunedì (sulla legge di Bilancio, ndr) deve essere anche in grado di valorizzare l’esperienza avuta con i protocolli sulla sicurezza, che vanno aggiornati e migliorati”. “Se si può ragionare sul fatto che non torniamo alla chiusura delle attività” ha fatto notare “è grazie a quei protocolli” che hanno messo la salute delle persone al primo posto.

“È il lavoro che sconfigge il virus”

“Prendiamo quel metodo” ha insistito Landini “per progettare il Paese”, con un “confronto preventivo” e anche con un “ruolo importante del governo”. “Bisogna guardare all’emergenza” ha spiegato Landini “ma anche cominciare già a progettare il futuro”: i temi sono quelli di creare lavoro, fare investimenti pubblici e privati con degli obiettivi chiari, come la scuola e la sanità pubblica, il digitale, le infrastrutture, l’ambiente.

“Avviare un piano straordinario per creare lavoro” è la richiesta di Landini che ha sottolineato che “sicuramente il blocco dei licenziamenti e la proroga della cassa integrazione fino al 21 marzo sono state cose “molto importanti e intelligenti” fatte con “il consenso di tutti i soggetti perché era il momento di dare il messaggio che nessuno deve essere lasciare solo”.

Secondo Landini, bisogna cominciare a “progettare il futuro” e i temi sono quelli di creare lavoro e fare investimenti ma con obiettivi precisi, come la scuola pubblica e la formazione, l’innovazione digitale, le infrastrutture “che reggano”, l’ambiente. Bisogna concentrare le risorse – ha insistito – e non dare soldi a pioggia. C’è bisogno di “uscire dalla precarietà e dare un futuro ai giovani, di costruire la giustizia sociale, di fare una riforma fiscale che combatta l’evasione”. “È il lavoro” ha sottolineato Landini “che sconfiggerà il virus e allora il lavoro va riconosciuto: è il momento di rinnovare i contratti e investire nelle persone che lavorano”.

“Non vogliamo tornare” ha detto ancora Landini “alla situazione precedente il Covid: troppe cose non andavano e vogliamo che nel confronto il sindacato sia coinvolto”. Il leader della Cgil ha poi ricordato che negli ultimi 10 anni sono stati tagliati 37 miliardi alla sanità e se anche questo governo ha aumentato la spesa e ha fatto “cose innegabili”, bisogna investire di più anche nella legge bilancio, garantendo gli stessi diritti e tutele in tutto il Paese e non lasciare le differenze esistenti in 21 sistemi sanitari regionali.

No ai finanziamenti a pioggia 

“Siamo contrari ad una logica di finanziamenti a pioggia indistinti: nel momento in cui mettiamo soldi pubblici e le risorse europei, bisogna mettere delle condizionalità, bisogna definire le priorità degli investimenti”.

“Io penso che il 2021, anno della riforma degli ammortizzatori sociali, dobbiamo farlo diventare anche l’anno di un nuovo Statuto dei diritti dei lavoratori” affinché tutti i lavoratori abbiano le stesse tutele e gli stessi diritti, ha dichiarato il leader della Cgil.

Landini ha chiesto di incentivare i contratti di solidarietà per difendere il lavoro, di introdurre il diritto alla formazione, di estendere la Naspi ampliando le politiche attive. La riforma degli ammortizzatori” ha sottolineato “deve andare verso un sistema universale che garantisca anche i lavoratori precari ora senza tutela.

“Va rilanciata la responsabilità sociale di fare impresa”, ha agiunto, le imprese hanno seguito la strada del taglio del costo del lavoro invece di investire in innovazione, ricerca e sviluppo, bisogna “premiare i comportamenti virtuosi di chi fa imprenditore e colpire chi lo fa in modo sbagliato”. Il leader della Cgil ha sostenuto che “c’è il problema del ruolo stato in economia che non è sostituirsi alle imprese; ma il mercato lasciato libero non è in grado di rispondere alle sfide dell’ambiente, del digitale, dello stato sociale”.

“Bisogna allora” – ha precisato “fare delle scelte e individuare delle priorità” e “ci vuole un coordinamento nelle scelte che si fanno”. “Lo stato mette i soldi ma tutti devono andare in una certa direzione, così si orienta e si progetta il cambiamento”.

La replica di Conte

La ripsosta del presidente del Consiglio non si è fatta attendere. “Bisogna rafforzare e aggiornare lo statuto dei lavoratori” ha detto Giuseppe Conte “Lancio una sfida a Landini. Lavoriamo insieme anche ad uno statuto delle imprese”, rilancia il presidente del Consiglio.

“Quando si scriverà la storia della pandemia a metà marzo quelle 18 ore di confronto sul protocollo sulla sicurezza con le parti sociali si riveleranno decisive”, ha aggiunto.

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Fonte: agi.it

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