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Emilia Romagna. Adiconsum Cisl: “Boom di pratiche nel 2020, consumatori recuperano 120 mila euro”

Reggio Emilia, 26 gennaio 2021. Nonostante il lungo stop causato dal coronavirus, l’anno scorso Adiconsum Emilia Centrale – l’associazione dei consumatori promossa dalla Cisl – ha lavorato oltre 500 pratiche, che hanno consentito ai consumatori reggiani e modenesi di recuperare complessivamente più di 120 mila euro. A questi si aggiungono i 98 mila euro rimborsati attraverso 540 pratiche di conciliazione con le compagnie telefoniche, di cui la responsabile Adiconsum Emilia Centrale Adele Chiara Cangini è conciliatrice regionale.
Oltre alla telefonia, i casi seguiti dall’associazione a tutela dei consumatori delle due province hanno riguardato soprattutto truffe (come quella cosiddetta “del catalogo”), problemi con le forniture energetiche, contenziosi con banche e assicurazioni, esenzione canone Rai (Adiconsum ricorda che scade il 31 gennaio la possibilità di inviare la dichiarazione di non possesso della tv).
Lo scoppio della pandemia ha moltiplicato il lavoro degli operatori Adiconsum, che si sono occupati di abbonamenti a palestre e viaggi cancellati causa Covid, sospensioni di mutui e finanziamenti.

«Pur avendo lavorato a lungo da remoto, siamo stati molto impegnati nella gestione e accompagnamento di una quarantina di nuclei familiari in situazione di sovraindebitamento – dichiara la responsabile di Adiconsum Emilia Centrale Adele Chiara Cangini –. Grazie al fondo antiusura di Adiconsum nazionale siamo riusciti a estinguere debiti per 80 mila euro. Inoltre abbiamo assistito una trentina di persone coinvolte nel fallimento Dentix e che erano in cura nelle sedi di Reggio e Carpi. Abbiamo presentato 24 domande per il Fir (fondo indennizzo per i risparmiatori coinvolti nel default delle banche venete e toscane), che valgono complessivamente quasi 200 mila euro. Infine abbiamo chiuso il 90% delle pratiche aperte nel 2018 per la famosa truffa dei diamanti».
L’associazione consumatori della Cisl ha consentito di recuperare anche oltre 30 mila euro a cittadini che avevano “in pancia” buoni fruttiferi postali.
«Parliamo di buoni della serie P, dell’anno 1988 che, come ormai sappiamo, sono stati assoggettati alle modifiche peggiorative dei tassi di interesse con il decreto ministeriale del 1986, diventando quindi di serie Q – spiega Patrizia Barletta, operatrice Adiconsum Emilia Centrale – Abbiamo richiesto a Poste Italiane la corretta liquidazione degli interessi, così come riportato a tergo dei titoli stessi. Si tratta di un gran risultato, soprattutto per quanto riguarda le tempistiche, dimezzate in virtù del fatto che non abbiamo dovuto attendere il riscontro positivo dell’Arbitro Bancario e Finanziario. Grazie alla nostra azione di contestazione costante, infatti, – prosegue Barletta – Poste Italiane si è smossa dalla sua precedente posizione di chiusura totale e ora risolviamo queste pratiche in tempi brevi, facendo avere i soldi agli utenti che ne hanno diritto».
A questo proposito Adiconsum Emilia Centrale ricorda che è possibile aprire un contenzioso anche per buoni postali fruttiferi già riscossi fino a dieci anni prima.
Infine l’associazione consumatori della Cisl ha svolto attività di formazione e informazione attraverso due scuole civiche, tre convegni online su gestione delle utenze anche in lockdown e crisi da sovraindebitamento.

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Fonte: cisl.it

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