Ieri sera il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha “certificato” l’assenza di un accordo tra i partiti che componevano la maggioranza del secondo Governo Conte e ha deciso di convocare, per oggi, l’economista Mario Draghi per un ulteriore mandato esplorativo a formare un Governo tecnico “di alto profilo”.
Dalla trattativa politica fallita emergono il giorno dopo alcuni particolari. A rivelarli in un’intervista al quotidiano La Stampa in edicola oggi è Davide Faraone, capogruppo di Italia Viva al Senato, il quale ammette che le forti difficoltà sono subentrate quando il M5S ha dichiarato intoccabili alcuni ministri pentastellati.
Non solo il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ma “anche la ministra Azzolina, il commissario Arcuri che noi abbiamo criticato profondamente, il presidente Anpal Parisi, il Presidente dell’Inps Tridico” puntualizza Faraone.
L’intervista poi prosegue con un chiarimento sulla conferma di Giuseppe Conte come premier: “Abbiamo detto non avremmo messo veti sui nomi riferendoci a Conte e lo abbiamo detto anche al presidente Fico. Il veto in realtà lo abbiamo subìto su Teresa Bellanova al ministero del Lavovo”.
Dunque stando alle parole dell’esponente renziano nessun veto è stato messo su Conte ma la resistenze del M5S su nomi come Catalfo, Azzolina, Tridico, ed altri, hanno fatto saltare la trattativa per la formazione del governo Conte-ter.
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