E’ notizia di pochi giorni fa che Chiara Saraceno, una delle più note sociologhe italiane, è stata chiamata dal ministro del lavoro Andrea Orlando a far parte del costituendo Comitato tecnico scientifico per la valutazione del Reddito di Cittadinanza, che è previsto dalla legge del 2019 ma non è stato ancora istituito.
In un’intervista che l’accademica ha rilasciato lo scorso 28 febbraio al quotidiano napoletano Il Mattino, coglie l’occasione di esprimere il suo pensiero circa l’utilità del Reddito di Cittadinanza quando il giornalista Nando Santonastaso le chiede se, a suo parere, il Reddito vada “migliorato, abolito (o altro)”.
“Se lo scopo del Comitato fosse di abolirlo o di ridimensionarlo io non ci resterei un minuto, sia chiaro – avverte la sociologa – . Sono 40 anni che mi batto, dai tempi della Commissione Gorrieri (istituita nel 1984 per indagare sulla povertà delle famiglie, ndr), perché anche in Italia ci sia quello che esiste nella maggioranza dei Paesi democratici, cioè un reddito minimo di garanzia per chi si trova in povertà. Persino l’Ocse in tempi non sospetti aveva detto che una misura del genere è essenziale anche per evitare che si disperda capitale umano“.
Come emerge dalle stesse parole della Saraceno, la sua presenza nel Comitato tecnico scientifico che ha questa specifica finalità, fungerà dunque da garanzia per quanti fanno affidamento sul Reddito di Cittadinanza come misura di contrasto alla povertà.
Tale sussidio, non costituendo certo il punto di forza del sistema delle politiche attive del lavoro, necessita certamente di modifiche e miglioramenti, ma ciò che più rileva in questa fase d’esordio del nuovo Governo Draghi è che la presenza della sociologa conferma l’importanza e l’attenzione che il neo Ministro Orlando intende dare allo strumento in sé. Superando evidentemente quei tentativi, pur forti all’interno della maggioranza di Governo (si pensi alle posizioni di Lega e Italia Viva), che spingono per un superamento del Rdc.