A denunciare l’iniquità in cui rischia di scivolare l’Assegno unico e universale per i figli è l’Istat, che durante un’audizione al Senato ha evidenziato i punti più critici della misura che dovrebbe entrare in vigore dal 1° luglio 2021. Certo il Senato ancora non si è pronunciato definitivamente, quindi il tempo ci sarebbe per virare verso un’altra direzione.
Sta di fatto che ad oggi il provvedimento, fortemente sponsorizzato dalla Ministra della Famiglia e le Pari Opportunità, la renziana Elena Bonetti, che ha ottenuto già la base finanziaria dall’ultima legge di Bilancio, tiene fuori alcuni nuclei familiari, includendone però dei nuovi. Famiglie cioè che fino ad ora non avevano avuto mai alcun sostegno economico di questo tipo.
Lo evidenzia Il Sole 24 Ore in edicola oggi:
“Il nuovo assegno unico premierà lavoratori autonomi e incapienti oggi esclusi dalle misure in vigore. In base alle prime simulazioni, però, si stima che il 29,7% delle famiglie potrebbe rimettersi con il nuovo aiuto. A dirlo è una simulazione di Istat, presentata in audizione al Senato, dove venerdì scorso il disegno di legge delega sull’assegno unico ha ricevuto l’ok unanime della Commissione Lavoro. Tra i profili più a rischio ci sono le famiglie con figli over 21 a carico, che rimarrebbero scoperte, le coppie conviventi che con l’Isee dovrebbero computare i redditi di entrambe i genitori e i nuclei con patrimoni mobiliari e immobiliari elevati. Diventa così urgente dare seguito alle richieste, accolte dallo stesso Governo, di inserire in fase attuativa una clausola di salvaguardia che tuteli queste famiglie”.
Dunque secondo il quotidiano economico l’Assegno unico, il cui importo dovrebbe aggirarsi intorno ai 200-250 euro decrescenti con l’aumentare dell’Isee, secondo la formulazione attuale e salvo modifiche correttive prima del suo “lancio”, dovrebbe prevedere l’esclusione:
- Famiglie con figli a carico di età superiore ai 21 anni, ipotesi questo molto diffusa se si pensa ai dati della disoccupazione giovanile in questa fase emergenziale e quella post-emergenziale;
- Famiglie composte da conviventi more uxorio, l’Isee “composito” andrebbe a penalizzarli;
- Famiglie con basso reddito da lavoro ma con un patrimonio mobiliare (risparmi, obbligazioni, ecc.) e immobiliare (case, terreni, ecc.) elevato che fa schizzare in alto l’Isee.
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