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Speranza: AstraZeneca agli over 60. Ma non è vero, ecco le prove [FOTO]

AstraZeneca è un vaccino efficace e sicuro su cui noi continuiamo a puntare. L’evidenza scientifica ci ha portato ad una raccomandazione di natura anagrafica, quindi in queste ore il vaccino è utilizzato sopra i 60 anni ed intendiamo continuare ad utilizzarlo“.

Queste la parole pronunciate dal Ministro della Salute Roberto Speranza durante la conferenza stampa di venerdì scorso in cui, rispondendo alle domande di un giornalista di La7 tese a mettere in luce come negli ultimi giorni vi fossero molte rinunce al vaccino anglo-svedese spiegava che non c’era nulla di tutto questo perchè, semplicemente, il sistema sanitario “in queste ore” sta somministrando AstraZeneca solo ai cittadini che hanno più di 60 anni. Come ‘raccomandato’ da AIFA, autorità italiana del farmaco, ISS, Istituto Superiore di Sanità e da una circolare dello stesso Ministero.

Secondo quanto ci rivelano diverse segnalazioni di nostri lettori, invece, presso i centri vaccinali in questi giorni sta accandendo esattamente il contrario di quello che dice il Ministro Speranza. Ma vediamo perchè.

“VOLEVANO IMPORMI ASTRAZENECA, A ME CHE HO 31 ANNI”

Lunedì in una nostra news abbiamo raccontato la triste esperienza di una nostra lettrice, caregiver, madre di un disabile, che ci ha segnalato come presso il centro vaccinale del Policlinico Umberto I di Roma le volessero imporre il vaccino AstraZeneca nonostante non fosse raccomandato per la sua età (31 anni), senza offrire alcuna alternativa per garantirle di mettersi in protezione a tutela di sé stessa e suo figlio.

“MI HANNO MENTITO DICENDO CHE AVEVANO SOLO ASTRAZENECA

La stessa vicenda è accaduta, nello stesso punto vaccinale, ieri ad un nostro lettore, anch’egli caregiver che rientra tra le categorie con priorità, che è andato molto più a fondo. Il lettore, che chiameremo Mario per semplicità e per tenere riservata la sua identità, ci racconta che due diversi medici hanno esaminato la sua situazione, a partire dall’età (sotto i 40 anni), e mentre uno era propenso all’inoculazione da AstraZeneca l’altro era convinto che andasse rispettata alla lettera il disposto della circolare ministeriale, pertanto lo sconsigliava vivamente. “Quando poi – ci dice Mario, molto provato dalla triste esperienza – ho chiesto al medico responsabile sanitario di darmi una soluzione alternativa, costui mi ha puntualizzato che per me c’era solo AstraZeneca e che presso il Policlinico somministrano solo AstraZeneca a tutti”.

Niente di più falso – aggiunge – perchè lo stesso personale sanitario in quegli stessi minuti, e sotto i miei occhi, mandava presso un altro punto vaccinale dove somministrano il Pfizer, collocato presso l’Istituto Eastman, gli altri pazienti ai quali per età e patologie non era consigliato AstraZeneca”.

Capisce che mi hanno mentito? Mi hanno negato l’esistenza di un’alternativa per arrivare a farmi fare il vaccino che volevano loro, AstraZeneca. E mi hanno negato che esistesse un protocollo che prevedesse le vaccinazioni specifiche per caregiver, che io stesso ho verificato esserci, qualche centinaio di metri più in là presso l’Istituto Eastman appunto”, conclude rammaricato Mario.

IN FOTO IL DOCUMENTO DAL QUALE SI EVINCE CHIARAMENTE CHE IL POLICLINICO UMBERTO I CONTINUA A SOMMINISTRARE ASTRAZENECA ANCHE PER ETA’ FUORI RACCOMANDAZIONE MINISTERIALE.

SPERANZA PUO’ SPIEGARE?

Insomma un punto vaccinale ‘fantasma’ che poi si è materializzato davanti agli occhi del nostro lettore. Un’altra storia di mala sanità? Probabilmente no. Ma certamente una vicenda che dimostra come vi sia una disordinata gestione della campagna vaccinale, con personale sanitario che disattende palesemente le indicazioni del Ministero della Salute e fa scelte – chissà perchè – completamente discrezionali che rischiano di mettere, come in questo caso, le opinioni dei medici l’una contro l’altra, mandando in confusione i pazienti.

Un tema delicatissimo che meritebbe maggiore chiarezza da parte del Ministro della Salute, innanzitutto per capire meglio il perchè di certe affermazioni (“in queste ore il vaccino è utilizzato sopra i 60 anni”) che invece si rivelano lontane dalla realtà di tutti i giorni. E se non è forse il caso, alla vigilia della partenza delle vaccinazioni nei luoghi di lavoro, di limitare la discrezionalità dei singoli medici e dare maggior certezze ai cittadini in ordine al riconoscimento dei propri diritti.

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