Un ingorgo istituzionale, certamente alimentato dalla gestione dell’emergenza pandemica, potrebbe spingere il Governo a rinviare la partenza dell’Assegno unico e universale di 250 euro (da riproporzionare in base all’Isee) per ciascun figlio, che era in programma per il 1° luglio 2021.
Lo fa sapere Il Sole 24 Ore in edicola oggi sulle cui colonne si legge:
“Mentre gli uffici tecnici del Mef e la politica sono concentrati sulla messa a punto del Pnrr e sulle urgenze legate ai ‘sostegni’, l’assegno unico potrebbe non trovare il tempo utile per partire dal 1° di luglio, una data annunciata dalla stessa ministra per la Famiglia, Elena Bonetti, e per cui sono stati stanziati fino a 3 miliardi di euro con l’ultima legge di Bilancio. La cifra è stata impegnata per far partire la riforma quest’anno, anche se la legge delega lascia tempo fino al 30 marzo 2022 per l’attuazione (12 mesi)”.
Dunque il Governo potrebbe, alla fine decidere di optare per uno spostamento del ‘via’ all’assegno. In questa fase transitoria, visto che nel frattempo si è creata una diffusa aspettativa soprattutto tra le fasce più deboli della popolazione, secondo quanto rivela il quotidiano economico potrebbe farsi strada l’ipotesi di prevedere un ‘partenza light’ che consisterebbe nell’erogazione per 2021 di un importo aggiuntivo una tantum, cioè erogato una sola volta, ma solo a determinate categorie di cittadini. Un partenza light con un importo, anch’esso ‘light’, considerato che coloro che avrebbero percepito la quota massima – 250 euro – da luglio a dicembre 2021 avrebbero percepito complessivamente 1.500 euro.
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