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Contratto ‘autorizza’ il licenziamento in caso di gravidanza, il manifesto: accade in questo settore

Esiste un settore dove pare che sia normale e tollerato l’atteggiamento di far firmare alla lavoratrice, all’atto d’assunzione, una clausola che ‘autorizza’ l’azienda al licenziamento in caso di gravidanza. E’ quello dello sport non professionista dove è accaduto che Lara Lugli, pallavolista, rimasta incinta è stata licenziata, ma non è tutto, l’azienda l’ha anche citata in tribunale per danni.

Lo racconta il quotidiano il manifesto in edicola oggi:

“L’udienza è stata fissata per il 18 maggio a Pordenone. Lara Lugli dovrà difendersi dalla citazione per danni della sua ex società. Nel 2019 ricopriva il ruolo di palleggiatrice nel Volley Pordenone, il contratto che la legava al club aveva una clausola: in caso di gravidanza sarebbe scattato il licenziamento per giusta causa. Ed è esattamente quello che è successo: Lara comunica la gravidanza e i dirigenti le rescindono il contratto. Purtroppo subito dopo ha subito un aborto spontaneo. Rimasta senza ingaggio, ha chiesto come suo diritto il pagamento dell’ultimo stipendio, quello relativo all’ultimo mese in cui si era allenata, la risposta è stata la citazione per danni, nell’atto è scritto: «Vendendo prima la sua esperienza con un ingaggio sproporzionato e nascondendo poi la sua volontà di essere madre. Una scelta che ha portato la squadra a doversi privare di lei a stagione in corso, perdendo di conseguenza molti punti sul campo e infine anche lo sponsor»”.

La vicenda fa emergere ancora una volta che quando si parla di sport non professionista si è in un’ambito privo di adeguate tutele sia di legge che di contratto collettivo, dove può accadere anche questo, che una lavoratrice venga citata per danni perchè rimasta incinta.

L’Associazione nazionale Atlete – Assist sta provando a cambiare le cose ma non è facile perchè ci vorrebbe un riforma del sistema nel segno del professionismo. Il 30 aprile scorso l’associazione ha scritto al presidente del Coni Giovanni Malagò una nota in cui si cerca di sensibilizzare le autorità mettendo in evidenza che “alcun provvedimento disciplinare è stato adottato nei confronti della società sportiva di Pordenone che ha consapevolmente fatto sottoscrivere un contratto contenente una clausola inaccettabile prima ancora che nulla, in quanto contraria all’ordine pubblico. Come è possibile che all’atleta Lugli sia stato chiesto, da più parti, inclusa la presidenza che lei ricopre, di trovare una transazione amichevole e non piuttosto di proseguire, come doveroso, nell’ottenimento di quanto alla atleta spetta di diritto”.

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