Per la Scuola la fine dell’anno scolastico, si sa, è tempo di bilanci ma anche di decisioni per l’anno successivo. Dal 1° settembre occorrerà infatti coprire i 112mila posti di insegnamento vacanti di cui 6 su 10 si collocano nell province del Nord, in particolare da Bologna a salire. Il Ministero dell’Istruzione con i tecnici degli altri ministeri sono a lavoro per trovare delle soluzioni che favoriscano anche la stabilizzazione di una buona parte degli insegnanti che prenderà queste cattedre.
Secondo quanto riporta Il Sole 24 Ore il Ministero dell’Istruzione punterebbe a stabilizzarne almeno 60 mila, ma molto dipenderà ovviamente dalle risorse messe a disposizione.
Ma le soluzioni in campo, al momento, sono diverse e si sta ‘studiando’ anche da dove attingere:
“La necessità di studiare un mix di strumenti nasce dal fatto che, attingendo ai soli canali ordinari (Gae e graduatorie vecchi concorsi), negli scorsi anni si è riusciti a riempire meno del 30% dei posti autorizzati. Da qui la necessità di cercare altrove. A cominciare dai 32mila posti della procedura straordinaria – indetta dal precedente governo e ormai prossima al traguardo – le cui assunzioni (di precari storici con 36mesi e più di servizio alle spalle) potrebbero essere anticipate a settembre (se non tutte, almeno una fetta consistente). Mentre è ormai chiaro a tutti che non si potrà contare sulle 46mila cattedre delle due selezioni ordinarie ferme al palo”.
Diverse sono quindi le ipotesi al vaglio dei tecnici. E poi c’è il ‘Patto per la Scuola’ al quale sta lavorando anche il Ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, sul quale il governo prenderebbe l’impegno ad avviare entro il 1° settembre una “procedura urgente e transitoria di reclutamento a tempo indeterminato”, nei fatti una nuova sanatoria.
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