Lo ha annunciato ieri il presidente Inps Pasquale Tridico parlando in audizione davanti alla Commissione Lavoro della Camera dei deputati. Inps è pronto a lanciare la «piattaforma delle piattaforme, in collaborazione con l’Inail», per inserirvi tutti i lavoratori della ‘gig-economy’, i rider (ciclofattorini), ma anche altri soggetti, tra cui i «digital creators» attivi tramite piattaforme web.
Obiettivo della piattaforma è avere una tracciabilità delle prestazioni di lavoro che fanno scattare l’obbligo di rispettare gli oneri sociali e arrivare così alla «riduzione dell’economia sommersa» che si forma attorno ai lavori che si ottengono attraverso le App, che sono per sua natura non stabili ma occasionali e temporanei.
Insomma una vera e propria stretta per evitare abusi da parte di tutti i soggetti utilizzatori.
Particolare attenzione viene riservata al problema della sicurezza sui luoghi di lavoro. «Diversi infortuni occorsi nei mesi scorsi – puntualizza Tridico – hanno rivelato quanto la tracciabilità di questi stessi lavoratori fosse difficile. La piattaforma che oggi l’Istituto può mettere a disposizione è frutto di una intensa collaborazione con l’Inail, e permette di raccogliere informazioni che possono essere fruite da diversi soggetti», ossia «l’Inps, l’Inail, rider, le attuali piattaforme dl ‘food delivery’, attraverso un ‘dashboard’ (pannello di controllo, ndr) essenzialmente ad esso dedicato». Al progetto parteciperanno anche i Ministeri vigilanti vale a dire il Ministero del Lavoro e dell’Economia.
«La creazione della piattaforma garantirà la trasparenza, la disponibilità e la veridicità dei dati afferenti alle prestazioni lavorative, riducendo la concorrenza sleale e – sottolinea Tridico – fornendo un maggior supporto alle aziende virtuose».
L’obiettivo non è solo quello di offrire maggiori tutele e garantire un ciclo virtuoso che porta al riconoscimento dei diritti, la maxi-piattaforma consentirà agli gig-workers di «offrire i propri servizi, mostrare le proprie competenze ed i requisiti posseduti in tema di sicurezza sul lavoro», e ai soggetti privati – le aziende che utilizzano le APP come Deliveroo, JustEat, ecc., ma non solo quelle del food delivery – di usufruire di tali servizi offerti, attuando «un vero e proprio “market place”, che permetta di valutare l’assunzione del personale, anche a fronte di eventuali sgravi ed agevolazioni per specifiche categorie».
Secondo quanto riferisce la versione on-line de Il Messaggero l’iniziativa Inps scaturisce a seguito di una vasta ispezione mirata e di una intensa operazione di controllo da parte della Procura di Milano che assieme all‘Ispettorato del lavoro e agli ispettori contributivi Inps infatti hanno fatto emergere, relativamente alle più grandi e note piattaforme del food delivery, circa 55 mila rider in nero per una evasione contributiva complessiva di 155 mln di euro.
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