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Lavoratori portuali, il Fondo perduto non basta: chiamate giù, camalli verso il doppio sciopero

Per il 19 luglio i sindacati di categoria Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uiltrasporti hanno proclamato 24 ore di sciopero nel porto di Genova per protestare contro l’assenza di ogni intervento adeguato per garantire la salute e la sicurezza dei lavoratori portuali nelle linee interne dei terminalisti.

A questo problema però, secondo quanto si apprendere il quotidiano Il Secolo XIX in edicola oggi, se ne aggiunge un altro (tutto interno allo scalo genovese sì, ma certamente diffuso anche nelle altre realtà portuali), che ha portato i camalli – termine genovese per indicare i lavoratori portuali – verso la proclamazione di un’altra giornata di sciopero a distanza di pochi giorni verso la società Culmv, il più antico terminalista portuale genovese, e le società in appalto. Esattamente il 28 luglio: sarà sciopero di 24 ore.

“Lo hanno annunciato ieri i sindacati – si legge – spiegando che ‘nel 2021 – spiegano i sindacati – il porto di Genova ha ripreso a correre. Le giornate lavorate dalla Compagnia nel maggio 2021 crescono…ma rimangono distanti da quelle lavorate nel 2019 (-12.7%)”

A spiegare i motivi questa ulteriore giornata di astensione collettiva è ancora il quotidiano genovese sulle cui colonne si legge:

“Il problema è che alcuni terminal avrebbero cominciato a chiamare meno portuali di quanti erano stati messi in preventivo, mettendo così in difficoltà i calcoli per il piano di risanamento della Culmv. Per riportare in carreggiata i conti, infatti, serve una nuova tariffa – quanto pagano cioè i terminalisti per il lavoro dei camalli – e un numero di giornate che permetta di garantire certezze sul bilancio. Quando uno dei due fattori scende, rischia di sbandare l’equilibrio già fragile del piano”.

Diversa e opposta è la posizione dei terminalisti che in questi giorni chiedendo alla politica di poter accedere alle risorse del Pnrr che arriveranno con la prima tranche da 25 miliardi di euro, per risanare i bilanci e rilanciare le attività portuali. Risorse che comunque si andrebbero ad aggiungere a quanto già previsto dai provvedimenti ‘Covid’ a favore delle imprese e da ultimo con la legge di conversione del Decreto Sostegni bis che porta in dote altri 5 milioni di euro per le città portuali (Genova, Napoli, Venezia, Palermo, ecc.) che hanno subito perdite per via del calo del turismo crocieristico.

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