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Green pass per lavorare, Landini: “noi d’accordo ma decida il Governo: non si scarichi scelta sui sindacati”

Green pass per entrare in azienda e lavorare sì. Green pass per entrare in azienda e lavorare no. Sul dibattito circa l’obbligatorietà del certificato verde, che include evidentemente l’obbligatorietà della vaccinazione per ottenerlo (le altre opzioni sono il tampone con esito negativo nelle ultime 48 ore ed essere guariti dal virus) si inserisce anche il sindacato, con un’intervista al Segretario generale della Cgil Maurizio Landini che al Corriere della Sera dichiara:

Non abbiamo contrarietà di principio (al Green pass in azienda, ndr). Noi abbiamo scioperato per avere i protocolli di sicurezza in azienda. Siamo a favore del fatto che le persone si vaccinino e come sindacato stiamo raccomandando i lavoratori di farlo. Siamo per garantire i migliori standard di sicurezza nelle imprese. Ma c’è un discrimine: non è possibile pensare a licenziamenti o demansionamenti, perchè eventualmente un dipendente sceglie di non vaccinarsi”.

Il sindacato insomma punta dritto verso la sicurezza di tutti ma non intende trascurare la libertà di coscienza di quella minoranza che non ne vuole sapere di vaccinarsi (per motivi vari), che non può – per questo – essere ‘penalizzata’ sul piano professionale e della dignità.

“Qui si sta parlando di rendere obbligatorio un trattamento sanitario – continua Landini – : è qualcosa che si può decidere solo per legge. Se il governo valuta che sia necessario può varare una norma. E’ già successo nel settore sanitario dove per alcuni dipendenti – non per tutti – è stato stabilito l’obbligo di vaccinazione”.

Landini dunque ‘ringrazia il presidente del Consiglio Mario Draghi che aveva anticipato il coinvolgimento del sindacato ma ricorda i principi costituzionali: nessuno può essere sottoposto a trattamento sanitario obbligatorio se non in forza di una legge che lo disponga.

Dunque il coinvolgimento del sindacato, per Landini, può essere solo ‘relativo’:

La responsabilità è del governo e non può essere scaricata su un accordo fra le parti sociali. Se il governo matura questo orientamento e saremo consultati siamo pronti ad esprimere il nostro punto di vista e dare il nostro contributo”.

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