E’ passato più di un mese da quando il presidente Inps Pasquale Tridico, parlando in Parlamento nel corso di un’audizione avanzò la proposta di “attenuare il décalage della Naspi (l’indennnità di disoccupazione) e di estenderne la durata per i lavoratori più anziani, over-55 e fino a 36 mesi“. L’idea del Professore vicino al M5S era di sopprimere definitivamente il meccanismo che riduce gradualmente del 3% l’indennità di disoccupazione impoverendo sempre di più i lavoratori in disoccupazione.
“Costerebbe un miliardo circa per ciascun intervento” l’anno, aveva detto Tridico provando a fare una prima stima.
Una proposta che tanto somigliava ad un ‘promessa’: chi – come lui – suggerisce al Parlamento di rendere strutturale, cioè definitiva, la sospensione del décalage sulla NASpI, per coerenza dovrebbe far lo stesso già a partire da giugno 2021 dando seguito a quanto previsto dal Decreto Sostegni bis che sancisce lo stop a qualsiasi taglio all’importo da giugno a dicembre 2021. Di fatto un congelamento dell’importo per chi era già beneficiario del sussidio di disoccupazione dalla data del 25 maggio (entrata in vigore del Decreto Sostegni bis).
In altri termini, in attesa che la politica valuti la proposta di Tridico, l’Inps da lui diretto poteva quanto meno dar seguito alla ‘promessa’ e – di fatto – a quanto prevede il Decreto Sostegni bis. Nulla di tutto ciò si è visto e così l’Istituto previdenziale, come dimostrano le mensilità NASpI di giugno e luglio 2021 già ricevute dai disoccupati, ha continuato imperterrito a tagliare l’indennità di mese in mese applicando senza nessuna spiegazione, né di tipo tecnico né di tipo contabile, il meccanismo del décalage.
Intanto il Ministro del Lavoro Andrea Orlando nei giorni scorsi ha fatto sapere che la riforma degli ammortizzatori sociali, che ricomprende anche i trattamenti per i disoccupati (oltra che per i cassaintegrati), è stata rinviata all’autunno quando si inizierà a parlare di Legge di Bilancio. Il problema è sempre lo stesso: le risorse sono poche, il Ministero dell’Economia non offre certezze e allora al Ministero del Lavoro hanno deciso di far slittare tutto in avanti. Compresa la discussione – tutta futura e da verificare – sulla proposta di Tridico di sospendere il décalage anche dal 1° gennaio 2022.
Nel frattempo in questi mesi i percettori NASpI continuano a vedersi tagliata l’indennità per effetto del décalage nonostante vi sia una norma di legge che dica il contrario. E né il Ministero del Lavoro né l’Inps sembrano voler sbloccare questa situazione.
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