Il Ministero del Lavoro ha certificato che l’andamento fortemente negativo del Pil nel 2020 (-8,9%) determinerà una mancata rivalutazione del montante contributivo per il 2021. Per effetto di una specifica clausola di salvaguardia introdotta nel 2015 il montante contributivo accreditato al 31 dicembre 2020 per i lavoratori che andranno in pensione dal 1° gennaio 2022 rimarrà immutato. La disciplina prevede però che la mancata svalutazione di quest’anno venga recuperata intervenendo sulla prossima variazione positiva utile: il prossimo coefficiente positivo sarà così decurtato nella misura pari a 0,000215.
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Fonte: ipsoa.it