Il rialzo dei contagi Covid e il rischio zona gialla gettano nell’incertezza i turisti e gli operatori economici del Trentino Alto Adige, territorio che tradizionalmente punta con forza sul turismo invernale.
A complicare la situazione c’è anche il fatto che le province autonome di Trento e Bolzano sono tra le più No-Vax d’Italia.
Ecco quanto riporta in proposito il quotidiano L’Adige in edicola oggi:
“il possibile passaggio in zona gialla, di cui si parla adesso, dovuto ai pochi vaccinati (il 10% in meno rispetto al resto d’Italia), e ai contagi raddoppiati di quindici volte in due settimane. Tra Trentino e Alto Adige e Friuli, si stima che, se saltassero i cenoni di Natale e Capodanno, potrebbero andare a gambe all’aria circa 53mila locali, tutte pizzerie, trattorie e agriturismi.
Un mese fa la programmavano in grande stile: eravamo pronti a partire in 35 milioni (dieci subito, l’8 dicembre, il resto equamente diviso tra il 25 e il 31). Ora, niente. Molti di noi ci ripensano («Non è il caso, ma l’hai letto il bollettino del Cts?»), alcuni tergiversano («Aspetto, che sarà mai»), altri sono inamovibili («Resto a casa, fa pure freddo»): 8,5 milioni di italiani hanno recentemente cambiato prenotazione optando per una meta più vicina alla propria città; solo tre su dieci non demordono e, costi quel che costi, in vacanza, tra un mese, ci andranno lo stesso. Il turismo nazionale natalizio (praticamente concentrato nelle località montane) vale, secondo Coldiretti, 4,1 miliardi di euro, un terzo dei quali si consuma a tavola. A far tentennare le famiglie, soprattutto, c’è l’incertezza sulle regole dedicate a spostamenti, sport e luoghi della socialità”.
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