REGGIO EMILIA – I Patti Utili alla Collettivà (Puc) a cui sono chiamati a partecipare i percettori del reddito di cittadinanza possono avere una applicazione ‘spinta’ o quantomeno ‘dubbia’?
La risposta è sì, perchè è quello che sta accadendo nel capoluogo emiliano dove 100 percettori del reddito di cittadinanza ”entreranno a far parte dell’azienda sanitaria locale per aiutare il personale medico-sanitario e amministrativo nella campagna vaccinale negli hub”. Lo si apprende dal quotidiano Il Messaggero in edicola oggi.
Si parla infatti di un accordo sottoscritto dal Comune di Reggio Emilia e dall’Ausl che prevede il loro coinvolgimento “in compiti di accoglienza, orientamento, supporto amministrativo e sorveglianza. Un’applicazione significativa dei progetti di utilità collettiva nel concreto”, fa sapere il sindaco locale Luca Vecchi.
Mansioni che in genere sono svolte da personale stabile che lavora direttamente, o in appalto, nelle ASL, dietro regolare retribuzione e riconoscimento di tutti i diritti a partire da quelli previdenziali. Ecco perchè la Cgil protesta e a questo punto non esclude azioni giudiziare a posteriori.
“A partire da questa settimana – continua il quotidiano romano – , i candidati – individuati prevedendo una coerenza tra le caratteristiche del progetto e le competenze del beneficiario, nonché gli interessi e le propensioni personali – saranno contattati per un colloquio di selezione. Poi parteciperanno a un’attività di formazione, per essere avviati in servizio entro la fine di gennaio“.
I beneficiari saranno impegnati per due turni da quattro o sei ore, fino a un limite settimanale di 16 ore previsto dalla normativa.
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