Canale 5 – “Col caro gas perdo 5-6mila euro al giorno: lavoratori in cassa integrazione”

Torna l’incubo della cassa integrazione dilagante, dopo l’esperienza della Pandemia. Questa volta il ricorso alla cassa integrazione però non è motiva dal calo delle attività legate al Covid, ma per via del rialzo spropositato dei costi energetici. E le imprese più sensibili a questi fenomeni di mercato, dettati dalla Guerra in Ucraina e la crisi dei rapporti con Mosca, sono le imprese energivore. Quelle che, cioè, consumano molta energia o gas per alimentare macchinari. E’ il caso ad esempio dei produttori di pane e di pasta che spingono la produzione con forni, camere di essiccazione, frigoriferi, ecc.

Su Canale 5, ai microfoni della trasmissione televisiva Mattino Cinque, è intervenuto Rocco Colacchio, titolare di un’azienda che produce pasta e prodotti da forno, che fa sapere di essere costretto a chiudere la produzione.

“Oggi abbiamo una bolletta di metano da 5mila euro al mese che arriverà a 50mila euro al mese e oltre al gas da pagare c’è “in più l’energia oltre che il grano”.

Lei fa una previsione al rialzo o reale? Domanda il conduttore Francesco Vecchi: “Non è una previsione, perchè il metano è aumentato del 1.500%, il costo del metano era 20 centesimi oggi le quotazioni sono di quasi 3 euro a metro cubo”.

Ho dovuto fermare la produzione, dice in diretta Tv, perchè i costi superano i ricavi, “parliamo di 5-6mila euro al giorno che non possiamo sostenere“. E questa è la situazione da due mesi, ma nel futuro prossimo andrà ancora peggio “si arriverà a perdere anche 10mila euro al giorno sul costo di produzione“. D’altronde i margini di utile sono davvero limitati “un pacco di pasta o il pane non può costare il doppio nel giro di un mese”.

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