Metello e le problematiche attuali

Metello è un adolescente che abbandona la campagna e scappa in città dove inizia a lavorare nell’edilizia come manovale e poi come muratore con un salario molto basso, ma non è il solo. Stanchi di essere sfruttati, i lavoratori iniziano a prendere coscienza dei propri diritti, a coalizzarsi, ad organizzarsi nei sindacati e a scioperare. Si accende così la lotta tra operai e padroni che lascia sul terreno anche dei morti. Metello stesso ne diventa un protagonista, sperimentando sulla propria pelle la fame, la miseria, la disperazione causata dai giorni di sciopero prolungato ed infine il carcere. La lotta per l’aumento del salario e per un miglioramento delle condizioni di lavoro si concluderà con una vittoria dei lavoratori, seppur minima, che lascerà in Metello un velo di amarezza per il duro prezzo pagato. I problemi riportati dallo scrittore Vasco Pratolini sono della fine dell’Ottocento e inizi del Novecento, ma riflettono in pieno le difficoltà dei lavoratori dei giorni nostri. La crescita di Metello corrisponde alla presa di coscienza da parte di un ragazzo di dover diventare un uomo per sopravvivere in un mondo dove nessuno gli avrebbe regalato niente. Grazie al lavoro capisce cos’è il sacrificio e lo spirito di gruppo, ma soprattutto impara che lottare per i propri diritti e portare avanti le proprie idee non è altro che la base per raggiugere qualsiasi obiettivo. Metello si batte per i diritti dei lavoratori e si impegna al massimo per raggiungere i suoi obbiettivi, purtroppo però ancora oggi ad alcuni lavoratori non vengono riconosciuti i diritti che dovrebbero possedere, per esempio alle donne. La strada verso la parità è stata lunga e tortuosa ma dal 1946 (data in cui le donne hanno ottenuto il diritto di voto in Italia) fino ad oggi, sono stati raggiunti importanti traguardi: la Repubblica riconosce i diritti dell’uomo e della donna, tutti i cittadini sono uguali davanti alla legge senza distinzione di sesso ed è compito della Repubblica eliminare gli ostacoli economici e sociali che limitano la libertà e l’uguaglianza dei cittadini. Questo ci dice che non solo la donna ha gli stessi diritti dell’uomo ma anche che è dovere della Repubblica che questa uguaglianza venga attuata in ogni campo della vita sociale, economica e politica. Inoltre, la Costituzione riconosce alla donna “la tutela della maternità, del diritto di lavoratrice quindi di conseguire le stesse retribuzioni del lavoratore, del diritto di voto appena raggiunta la maggiore età e di avere le stesse opportunità degli uomini per l’accesso agli uffici pubblici e per le cariche elettive”.

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