Cos’è il fenomeno del Caporalato: Il caporalato è una forma illegale di reclutamento e organizzazione della mano d’opera nel lavoro dipendente, vietato dagli ordinamenti di vari Stati del mondo. Il fenomeno è così detto dalla denominazione gergale degli intermediari – detti appunto caporali – che assumono per un breve periodo (per giorni o settimane) operai senza rispettare le regole di assunzione e i diritti dei lavoratori.
Storia del Caporalato: Dalla seconda metà del XX secolo (dopo la Seconda Guerra Mondiale) ci fu uno sviluppo sul diritto di lavoro e il caporalato a poco a poco si è diffuso come un’attività criminale, chi aveva trovato lavoro tramite il caporalato aveva un salario inferiore a quello del normale e a volte per un piccolo guasto non si guadagnava quasi nulla.
Il Caporalato in Italia: Il caporalato si è diffuso in Italia a causa dei seguenti movimenti migratori dall’Africa, dalla Penisola balcanica, dall’Europa orientale e dall’Asia. Chi migra clandestinamente quasi sempre è costretto ad accettare l’offerta dei capi che gli offrono un posto di lavoro anche ad un bassissimo prezzo, a causa di questo i lavoratori si ritrovano in condizioni di dipendenza.
Lavoro dipendente: Il lavoro indipendente indica un rapporto di lavoro nel quale il lavoratore cede il proprio lavoro (tempo ed energie) ad un datore di lavoro in modo continuativo, in cambio di una retribuzione monetaria.
Lavoro minorile: Il lavoro minorile è una forma illegale di lavoro in cui vengono sfruttati i bambini per fare lavori spesso pericolosi che mettono a rischio la loro salute e sicurezza. Questo fenomeno causa anche traumi psico-fisici. Il lavoro minorile è presente soprattutto nelle zone povere del paese, il maggior numero di bambini lavoratori si trova nell’aerea Asia-Pacifico (quasi 78 milioni). Sono nate delle organizzazioni internazionali come OIL (Organizzazione Internazionale del Lavoro) e UNICEF (United Nations Children’s Fund/Fondo delle Nazioni Unite per L’infanzia) per migliorare le condizioni di lavoro degli adulti ed eliminare il lavoro minorile in tutto il mondo.
Incontri del progetto “Diritti sociali per l’inclusione e la cittadinanza attiva”
In tutti questi incontri abbiamo parlato del tema della sicurezza sul lavoro e anche del libro Metello di Vasco Pratolini, dedicando un incontro anche alla visione del film. Ci hanno chiesto i nostri pareri sul libro, ci hanno fatto domande sulla storia chiedendoci se ci ha colpiti o meno.
Riflessione libro Metello
A leggere questo libro ho avuto un po’ di difficoltà perché leggere non è il mio forte, c’erano anche parole di cui non riuscivo a capire il significato. La cosa che più mi ha colpito delle numerose vicissitudini del personaggio è che anche sapendo che poteva essere arrestato facilmente lui ha continuato a lottare per ciò in cui credeva, ovvero i diritti dei lavoratori.
Metello
Metello è un romanzo ambientato nel XIX e XX secolo. La storia parla di un ragazzo di nome Metello che vive a Firenze dove un giorno incontra una bella ragazza di nome Lucia con cui si fidanzerà/sposerà, ma la storia in generale parla di lui e i suoi colleghi che protestano contro i loro superiori per il salario troppo basso e le troppe ore di lavoro.
All’inizio della storia Metello rimase orfano perché i suoi genitori erano morti. Da adulto iniziò a lavorare come muratore e un giorno, mentre lavorava, vide una bella donna dalla finestra della sua casa con cui passerà momenti romantici. Un giorno la donna disse a Metello che era rimasta incinta ma ancora non si sapeva chi era il padre. Metello poi continuò la sua vita e un giorno incontrò una ragazza di nome Ersilia. Metello e Ersilia iniziarono a provare l’uno per l’altra dei sentimenti decidendo così di sposarsi. Nel mentre a lavoro Metello e alcuni suoi colleghi iniziarono a protestare contro l’ingegner Batolati, si lamentavano perché erano costretti a lavorare molto e i soldi ricevuti non erano sufficienti e dignitosi. Da lì scattò un periodo di lotte tra i lavoratori e i loro superiori. Un giorno un loro compagno morì e per onorare la sua morte Metello e i colleghi usarono delle bandiere proibite e quando i soldati li videro li avvertirono di toglierle ma loro si rifiutarono e così iniziò una feroce lotta. Alla fine Metello e altri suoi compagni vennero arrestati e condannati ad un anno di carcere.
Dopo la scarcerazione Metello e i suoi colleghi ricominciarono a protestare per un aumento del salario: fecero una rivolta che si concluse con la morte di un altro compagno e una nuova incarcerazione di Metello.
La storia termina con Metello che esce di prigione e torna a casa da Ersilia.
Matteo Magnante