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Scuola, sciopero 30 maggio 2022: ecco cosa è previsto. E spunta una ‘promessa’

E’ ancora sciopero nella Scuola. Questa volta però, a dare maggior forza all’astensione collettiva è la proclamazione unitaria delle maggiori organizzazioni sindacali del comparto. Si prevede dunque una massiccia adesione da parte dei lavoratori.

La notizia arriva da una lettera firmata dai segretari generali di Flc-Cgil, Cisl Scuola, Uil Scuola Rua, SNALS Confsal, GILDA Unams, indirizzata direttamente ai Ministeri della Funzione pubblica e dell’Istruzione.

Le scriventi OO.SS.” – si legge – “proclamano lo sciopero di tutto il personale docente, Ata ed educativo del Comparto Istruzione e Ricerca – Settore Scuola, nonché del personale docente della scuola dell’infanzia comunale con CCNL Istruzione e ricerca – Settore Scuola, per l’intera giornata del 30 maggio 2022″.

Dunque è sciopero senza frazionamenti orari. Ad incrociare le braccia per l’intera giornata del 30 maggio prossimo (si tratta di un lunedì) sarà tutto il personale scolastico, sia docente che amministrativo.

I motivi delle sciopero sono ben elencati nella lettera alla quale sono seguiti anche comunicati stampa. Tra questi non manca il rinnovo del contratto collettivo per tutti e la stabilizzazione del personale precario, punti deboli del lavoro scolastico:
• Lo stralcio dal decreto di tutte le materie di natura contrattuale;
• L’avvio immediato della trattativa per il rinnovo del Contratto, scaduto da tre anni, essendo ormai già iniziato un nuovo triennio contrattuale;
• L’implementazione delle risorse per addivenire all’equiparazione retributiva del personale della scuola agli altri dipendenti statali di pari qualifica e titolo di studio e il progressivo avvicinamento alla retribuzione dei colleghi europei;
• L’implementazione delle risorse per la revisione e l’adeguamento dei profili Ata;
• L’eliminazione degli eccessi di burocrazia nel lavoro dei docenti;
• La restituzione della formazione di tutto il personale della scuola alla sfera di competenza dell’autonomia scolastica e del collegio docenti;
• La revisione degli attuali parametri di attribuzione degli organici alle scuole per il personale docente, educativo e ATA;
• La riduzione del numero di alunni per classe;
• Il contenimento della dimensione delle istituzioni scolastiche entro il limite di novecento alunni per scuola;
• modalità specifiche di reclutamento e di stabilizzazione sui posti storicamente consolidati in organico di fatto, che superino il precariato esistente a partire dai precari con 3 o più anni di servizio;
• modalità semplificate, per chi vanta una consistente esperienza di lavoro, di accesso al ruolo e ai percorsi di abilitazione;
• la previsione di un organico straordinario di personale della scuola, per gestire le emergenze legate al perdurare della pandemia e all’accoglienza degli alunni provenienti dalle zone di guerra per l’anno scolastico 2022-23;
• la reintegrazione dell’utilità del 2013;
• la garanzia della presenza di un Assistente Tecnico in ogni scuola del primo ciclo;
• la disciplina in sede di rinnovo del CCNL dei criteri per la mobilità con eliminazione di vincoli imposti per legge;
• l’incremento dell’organico dei Collaboratori scolastici di 2.288 unita secondo l’impegno ministeriale;
• l’indizione del concorso riservato per gli Assistenti Amministrativi Facenti funzione di DSGA con tre anni di servizio nella funzione anche se sprovvisti di titolo di studio specifico (nel nuovo a.s.2022/23 il 30% dei posti sarà vacante);
• l’emanazione del bando di concorso per DSGA;
• la semplificazione delle procedure amministrative per liberare le segreterie dai compiti impropri (pensioni, ricostruzione di carriera, graduatorie di istituto) re-internalizzando quelli di competenza dell’Amministrazione scolastica;
• la revisione del regolamento sulle supplenze ATA;
• la ricognizione sullo stato di attuazione delle posizioni economiche.

Ma non è finita. La mobilitazione dei lavoratori della Scuola non si ferma al 30 maggio. Dalla lettera si apprendere che resta ferma la possibilità, nel rispetto della normativa vigente (L 146/90 e Accordo del 2 dicembre 2020) di intraprendere successivamente ulteriori iniziative di mobilitazione e sciopero, che potranno anche coinvolgere gli adempimenti di fine anno. Insomma anche se le lezioni stanno per finire, ci potrà essere lo stop delle attività amministrative.

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