Come alzare gli stipendi netti dei lavoratori messi a dura prova del rialzo dei beni di consumo e la perdita del potere di acquisto? Una delle strade è sicuramente tagliare il cuneo fiscale. Il prelievo che grava sulle buste paga.
Ne sono convinti ormai Confindustria e sindacati, ma manca ormai di conoscere la posizione del premier Mario Draghi. Lo scrive Il Sole 24 Ore in edicola oggi:
“il tema è di grande attualità perchè in attesa della convocazione da parte del premier Mario Draghi, la riduzione del cuneo fiscale è posta dalle parti sociali in cima all’agenda di richieste da avanzare al Governo per dare slancio ai salari compressi dalla fiammata inflazionistica, come è emerso dal festival dell’Economia di Trento, dove si è registrata una convergenza tra Cisl, Uil e Confindustria. Anche per il leader della Cgil Maurizio Landini, assente dal festival per motivi familiari, la priorità è aumentare il netto in busta paga per lavoratori e pensionati, con un taglio del cuneo però tutto a vantaggio dei lavoratori, e attraverso i rinnovi dei contratti collettivi nazionali (esigenza condivisa da Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri)”
Insomma “sotto i riflettori c’è la proposta di Confindustria”, lanciata già a fine aprile, di tagliare tasse e contributi che gravano sulla busta paga in modo da far salire lo stipendio netto dei lavoratori sembra raccogliere il consenso di tutte le parti sociali (con qualche distinguo, la Cgil infatti chiede che comunque vengano rinnovati i ccnl). Un intervento da 16 miliardi di euro, dicono da Viale dell’Astronomia, che sarebbe in grado di mettere in tasca ai lavoratori con redditi fino a 35mila euro, 1.223 euro, “in pratica avrebbero una mensilità in più finanziata in parte dai 38 miliardi di extragettito fiscale 2022 indicati nel Def e in parte dalla rimodulazione dell’1,6% dei circa mille miliardi di spesa pubblica”, conclude Il Sole. La decisione ora spetta solo al Governo guidato da Mario Draghi.
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