Com’era facile prevedere, al centro dell’incontro tra Mario Draghi e le parti sociali (ma anche al centro dell’agenda politica e del documento in 9 punti stilato dal Movimento Cinque Stelle) c’è stato soprattutto il tema del lavoro. Il Ministro del Lavoro Andrea Orlando aveva già parlato dei “3 problemi” che affliggono i lavoratori nel nostro Paese: lavoro povero, livello dei salari e rinnovo dei contratti. E la sua proposta verte proprio a fronteggiarli e ad affrontarli insieme.
Una proposta accolta e condivisa anche dal Premier Draghi, che ieri in conferenza stampa ha rimarcato le sue volontà:
“Gli interventi devono essere strutturali perché bisogna preservare la competitività delle aziende italiane. Quindi il costo del lavoro deve essere diminuito e nello stesso tempo il netto per il lavoratore deve crescere. Gli interventi di cui abbiamo parlato in questa fase sono tutti a favore del lavoratore.”
Ecco, dunque, i due grandi interventi conseguenziali a cui accenna il Presidente per preservare il potere d’acquisto dei lavoratori: tagliare il cuneo fiscale affinché sia garantito un aumento del netto in busta paga. “Gli interventi ad hoc (leggi ‘i bonus’, ndr) per tutelare il potere d’acquisto ora trovano meno logica”, ha spiegato Draghi.
Se l’inflazione galoppa, al Governo non è certamente richiesto di andare più veloce, ma almeno di stare al passo sì. Ma su questo Draghi rassicura già dall’inizio della conferenza: l’appuntamento per parlare di taglio cuneo fiscale è infatti previsto tra 2 settimane, quando il governo presenterà un provvedimento corposo. Prima di allora, un altro incontro con i sindacati. Il Decreto di fine luglio sarà il primo step, il primo assaggio, insomma un “antipasto” di ciò che vedremo con la Legge di Bilancio a favore degli stipendi dei lavoratori: così ha detto Draghi con queste parole.
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