Siamo stati per mesi ad informare i partiti che la nascita di ITA con le modalità utilizzate avrebbe avuto vita breve, ma le nostre previsioni si sono addirittura rilevate ottimistiche.
Abbiamo assistito alle favole raccontate dagli attuali manager davanti alle commissioni di Camera e Senato, della presenza di molteplici piani industriali che avrebbero dovuto coprire tutti gli scenari possibili ed immaginabili.
Più volte abbiamo avvisato che la ripresa del traffico aereo sarebbe avvenuta in modo repentino nel 2022, che la flotta era numericamente insufficiente, che i professionisti con esperienza, anche se giovani, erano stati esclusi dalle assunzioni per non aver fatto parte del sistema sindacale che ha mandato in rovina Alitalia nelle sue varie forme, ma né il Governo Draghi né quasi tutti i partiti si sono prodigati a capire le ragioni delle nostre indicazioni ed i dati inconfutabili che abbiamo sempre presentato, a riprova dei nostri studi e delle nostre dichiarazioni.
Sorridiamo quando vediamo che i sindacalisti che hanno firmato un contratto capestro per i “normali” lavoratori ed accettato supinamente un piano industriale fallimentare, siano stati immediatamente assunti e immediatamente premiati con passaggi di grado e permessi sindacali. Le loro dichiarazioni di salvare ITA svendendola alle aziende straniere si commentano da sole. Sarebbe il caso di dire “fuori questi sindacalisti dall’azienda invece che fuori i partiti” perché la storia ha dimostrato negli ultimi venti anni che, dove si sono presentati questi sindacalisti, le condizioni del lavoro sono drammaticamente peggiorate e l’azienda è sistematicamente fallita.
I sindacalisti sono sempre rimasti gli stessi in Alitalia Lai, Cai, Sai ed ora in ITA.
Possiamo oggi dire senza alcuna possibilità di smentita che ITA, come dimostrano le false grida dei corresponsabili di questa morte annunciata, si sia rilevata la peggiore nascita mai avvenuta di un’azienda di Stato, grazie al Governo Draghi, al suo suggeritore, ed ai partiti e politici corresponsabili. ITA è partita ad Ottobre 2021 con una miniflotta, ci hanno raccontato che l’essere snella e con lavoro flessibile grazie al peggior contratto di lavoro del mondo aeronautico, avrebbero rilanciato l’azienda, invece è praticamente già in gravi difficoltà. Tutto appare come programmato dal Presidente Draghi per regalare il trasporto aereo alle nazioni straniere: un fallimento ampiamente annunciato. Mai Bruxelles ha chiesto e potrebbe chiedere che l’Italia non abbia una sua compagnia di bandiera. Oggi, a pochi mesi dalla sua nascita, stiamo già parlando di sopravvivenza e di bilanci fortemente deficitari: il peggior risultato della storia dell’aviazione, pur operando in una nazione vivace nell’ambito del trasporto aereo e del turismo.
Sarebbe il caso che qualche Governo veramente responsabile facesse ripartire Alitalia con un vero e serio piano industriale per dare al nostro paese un vettore serio all’altezza della nostra nazione, facendo piazza pulita di favoritismi, privilegi sindacali e recependo nel mercato manager del trasporto aereo capaci almeno quanti quelli delle altre compagnie aeree.
E’ quanto scrive il sindacato piloti Naca Piloti Az/Ita in un comunicato stampa.
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