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“Rinnovo Contratto Commercio nel 2022? Vi spiego cosa sta succedendo…”. Novità da Confcommercio [ESCLUSIVA]

Ci sarà il rinnovo del Contratto del Commercio Terziario Servizi entro il 2022? A che punto sono le trattative per il rinnovo del contratto scaduto nel 2019?

La domanda l’abbiamo posta direttamente a Guido Lazzarelli, esponente di Confcommercio, responsabile Lavoro per l’organizzazione di Piazza Belli.

La trattativa al momento è ferma in attesa di un calendario, “l’ultimo incontro con i sindacati generali è del 25 luglioma ”c’è stato un avanzamento rispetto al mese di maggio”.

Ma la strada non sembra essere in discesa: i sindacati dei lavoratori chiedono di arrivare presto al rinnovo che riconosca aumenti di stipendio, ma nel frattempo “le esigenze delle imprese si sono accentuate” per via della crisi energetica.

E sembra essere proprio il caro-bollette a pesare oramai sulla trattativa, già pesantemente turbata in passato dalla pandemia e dai “decreti chiusure”.

Parliamo di ”bollette energetiche triplicate o anche quintuplicate rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Se prima ragionavano sul problema dell’impatto della pandemia su una ripresa totale dell’economia delle nostre attività commerciali ma anche dei servizi, adesso abbiamo aziende medio-piccole che probabilmente non chiudono i bilanci. Per quelle medio-grandi (quindi strutturate e patrimonializzate) c’è l’assunzione della volontà di andare avanti mediante accordi con le banche ma soprattutto la consapevolezza che non si faranno utili, si andrà in perdita e quelle perdite andranno assorbite, ciò significa non poter aggiungere ulteriori costi: lo scenario per i rinnovi si è complicato”.

Secondo quanto si apprende, sembra siano fondamentali i prossimi decreti aiuti e i sostegni governativi contro il rialzo dei prezzi energetici. “Vediamo se ci sarà qualcosa di sostanzioso nel decreto aiuti che stenta a decollare – chiarisce Lazzarelli – e quale sarà il nuovo governo che speriamo offra ai nostri settori alcuni aiuti per uscire da questo impasse, sennò sono i numeri stessi che in questo momento impediscono di pensare a qualsiasi aumento dei costi che dovrebbe partire da subito, sperando che l’inizio del 2023 faccia vedere scenari diversi e che ci consenta di poter andare a chiudere questa trattativa che per cause di forze maggiore si sta rimandando”.

Insomma sembra esserci un ulteriore rinvio, questa volta al 2023, del rinnovo del contratto del Commercio.

Ma “lo stesso ragionamento – puntualizza l’esponente di Confcommercio – vale per i contratti del turismo che hanno scadenze più ravvicinate rispetto a quella del terziario ma che si sono trovati nella stessa situazione. Abbiamo letto le dichiarazioni dei colleghi di Federalberghi e dei pubblici esercizi: in inverno alcuni alberghi non apriranno proprio, come successo durante la pandemia, perché riempire un palazzo e tenere i riscaldamenti accesi e aver venduto tutte le camere è un conto, tenerli accesi con un terzo delle camere occupate è un altro. Quindi proprio per questa causa di forza maggiore, nonostante ci sia stata una stagione turistica molto incoraggiante, in questo momento se non capiamo che la situazione all’orizzonte si sta schiarendo, sia per intervento del governo sia per fattori esogeni (guerra, speculazione energetica), è difficile individuare un percorso lineare che porti alla conclusione delle trattative”.

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