Contratto Scuola 2022, potrebbe subire una rapida accelerata la trattativa per il rinnovo.
Lo si apprende da FLC CGIL, che ha reso noto il calendario dei prossimi incontri con Aran e gli altri sindacati, per la prosecuzione della trattativa per il rinnovo del CCNL del personale del comparto “Istruzione e Ricerca” relativo al triennio 2019-2021. Gli incontri saranno 3, a distanza di pochissimi giorni:
- martedì 25 ottobre, per discutere sull’ordinamento professionale del settore scuola;
- giovedì 27 ottobre, per discutere della sezione AFAM: risorse contrattuali e ordinamento professionale;
- giovedì 3 novembre, quando i sindacati saranno convocati per discutere l’ordinamento professionale dell’università e del settore ricerca.
Rinnovo Contratto Scuola 2022: i segnali positivi
Un calendario così fitto di appuntamenti potrebbe senz’altro essere un segnale positivo per arrivare alla chiusura della trattativa. Altro segnale, sempre positivo, potrebbe arrivare se ARAN accettasse la richiesta avanzata dai sindacati, di restringere i temi al centro della discussione, come fa sapere UIL SCUOLA RUA.
Valutando infatti la lentezza con cui procede il negoziato, il sindacato ha proposto di focalizzare l’attenzione unicamente su alcuni campi, quali: formazione, ordinamento professionale ATA, contrattualizzazione degli AT in servizio presso gli IC, ripristino della mobilità verticale del personale ATA e riordino del procedimento disciplinare del personale docente.
Rinnovo contratto scuola 2022: le criticità e il tema ferie
Il restringimento dei temi si ritiene essere un passaggio utile a risolvere anche alcune criticità che la stessa UIL SCUOLA ha riscontrato nella bozza predisposta da ARAN, quali:
- “I permessi per motivi personali non sono più un diritto ma una “concessione” e solo per “particolari “motivi. A parte la gravità di un diritto derubricato in concessione, addirittura l’amministrazione stabilirà quali siano i “particolari” motivi;
- L’eliminazione dell’assenza per malattia retribuita per 9 mesi al 100%, del 90% per i tre mesi successivi e al 50% negli ulteriori sei mesi;
- L’impossibilità di ricorrere a una visita specialistica, esaurite le 18 ore disponibili, in assenza di una patologia. (Dunque una mammografia fatta da una lavoratrice come atto di prevenzione non sarà possibile se non attingendo alle ferie, che, se non concesse, potrà essere effettuata soltanto con un permesso senza retribuzione);
- Le ferie definite come diritto irrinunciabile, ma se non usufruite dopo l’8° mese nell’anno scolastico successivo non possono più essere godute;
- Gli 8 giorni per la partecipazione a concorsi ed esami non sono più comprensivi del viaggio;
- Il mancato recepimento delle nuove regole sui congedi parentali introdotti dalla legge 105 del 13 agosto 2022”.
Su alcuni di questi temi in particolare si sofferma poi una nota FLC CGIL, che critica la richiesta di ARAN di raccogliere in un’unica area del CCNL le tematiche riguardanti il rapporto di lavoro, le ferie, i permessi e i congedi di tutto il personale del comparto “istruzione e ricerca”.
Tra gli istituti contrattuali che devono mantenere specifiche sezioni in ragione della differente organizzazione del lavoro, le ferie è l’istituto che più di tutti ha tenuto banco. Ecco quanto riporta il sindacato:
“E’ del tutto evidente come la situazione di grande flessibilità legata al lavoro negli enti di ricerca non può essere relazionata alla complessità degli aspetti legati alla didattica delle istituzioni scolastiche. Ci sono poi aspetti legati all’autonomia delle istituzioni, come il caso degli atenei che adottano statuti e regolamenti propri i quali possono agire con forme di flessibilità che non risultano conciliabili con altri settori”.
Non convince, continua il sindacato di Via Leopoldo Serra, neppure la richiesta Aran di inserire il personale Ata di ruolo nella parte generale del CCNL:
“La separazione tra il personale precario ATA e quello di ruolo (il primo rimarrebbe nella sezione scuola, il secondo nella parte generale) sarebbe un arretramento rispetto alla definizione di “comunità educante”, contenuta nell’attuale contratto, che considera un unicum tutto il personale della scuola. Inoltre la divisione tra personale assunto a tempo determinato e indeterminato non appare condivisibile, tenuto conto delle battaglie condotte da anni dalla nostra organizzazione per ottenere l’equiparazione dei diritti.”
Rinnovo Contratto Scuola 2022, cosa manca alla chiusura?
Insomma, se da un lato ci sono due segnali (un fitto calendario di incontri e la possibile riduzione dei temi da discutere) che fanno sperare in un’accelerazione della trattativa del rinnovo del contratto, ci sono però alcuni punti che sembrerebbero rimandare la chiusura definitiva.
Cosa manca quindi alla conclusione della trattativa contratto scuola?
Innazitutto la definizione della parte normativa e, come asserito da tutti i sindacati, anche un quadro chiaro delle risorse aggiuntive e il loro utilizzo.
Come riporta il FLC, “rispetto a tale tematica il Presidente dell’ARAN ha informato che l’integrazione dell’atto di indirizzo per la messa a disposizione delle risorse riguardanti la valorizzazione del personale della scuola, circa 340 milioni, sta completando il suo iter ed è attualmente al MEF.“