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Smart working per i Dipendenti Pubblici, neo Ministro Zangrillo: “si può fare a queste condizioni”

Il Ministro della Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo lo dice chiaramente: lo smart working nel pubblico impiego si può fare a certe condizioni. E propone uno scambio.

Intervistato dal quotidiano la Repubblica in edicola oggi il neo Ministro, ex capo del personale di aziende metalmeccaniche e più di recente di Acea, eletto con Forza Italia, lo dice chiaramente: rispetto al suo predecessore Renato Brunetta guarda al lavoro agile nella Pubblica Amministrazione con un occhio diverso.

«Io sullo smart working ho un atteggiamento più laico di Renato. La Pa non differisce dalle altre organizzazioni: se prima della pandemia lo avevano adottato solo mezzo milione di lavoratori, per necessità si è passati a 5 milioni: è diventato uno strumento di lavoro importante, occorre valutarlo e utilizzarlo, naturalmente cambiando i presupposti del rapporto di lavoro. Si passa da una logica di controllo a quella della misurazione dei risultati. La misurazione della performance non deve essere un tabù. Io sono molto fiducioso nella possibilità che attraverso il dialogo si instaurino relazioni industriali corrette, dando un contributo alla modernizzazione della Pa. Non ci devono essere però preclusioni di sorta».

Insomma, un messaggio ai lavoratori e soprattutto alle forze sindacali, a cui chiede collaborazione, lo smart working nella PA può essere una soluzione se si accetta l’idea che chi lavora fuori dagli uffici può essere valutato in base alla sua produttività.

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