Assegno Unico, nel 2023 andrà riformato per premiare le famiglie più numerose: il parametro ISEE andrà sostituito col quoziente familiare.
È la novità verso cui propende la ministra della Famiglia, natalità e pari opportunità Eugenia Maria Roccella, secondo la quale è il meccanismo alla base dell’assegno a non funzionare. In pratica, l’ISEE non avrebbe salvaguardato i nuclei con più figli.
Vediamo nel dettaglio quali sono le proposte avanzate dal governo per sopperire a tale situazione, così come le riporta la versione on-line de Il Sole 24 Ore.
Assegno Unico figli: come cambia nel 2023?
Ad oggi, il meccanismo per stabilire l’importo dell’Assegno Unico è, oltre al numero dei figli a carico, il valore ISEE. Ma a detta della ministra, tale parametro avrebbe svantaggiato le famiglie più numerose, che sono state quindi ‹‹maltrattate dal fisco››.
L’ipotesi più accreditata è quella di depotenziare l’ISEE come parametro per la quantificazione dell’assegno. Al suo posto potrebbe entrare in scena il quoziente familiare, ossia il rapporto tra reddito e componenti del nucleo (già menzionato nel DL Aiuti quater a proposito del Superbonus).
Inoltre, a Palazzo Chigi c’è l’obiettivo di riformare anche la maggiorazione che spetta alle famiglie in cui entrambi i genitori sono titolari di reddito da lavoro. Come più volte sottolineato anche da TuttoLavoro24.it, da tale maggiorazione sono automaticamente esclusi tutti quei nuclei monoparentali, anche nel caso in cui l’unico genitore lavori.
In base a tale principio la maggiorazione non spetta nemmeno alle famiglie in cui un genitore è venuto a mancare, composte quindi da un vedovo e dai figli: con la scomparsa di un genitore lavoratore, svanisce anche il “premio”. Oltre al danno, la beffa. Ma dal Ministero rassicurano: verrà posto un rimedio.