Reddito di Cittadinanza, nella serata di lunedì 21 novembre si è fatta finalmente luce sul suo destino. Avrà vita breve, ma non brevissima. Non ci sarà infatti una cancellazione immediata (Meloni proponeva l’eliminazione già da gennaio 2023), ma graduale.
A scendere nel dettaglio sulle modifiche del Reddito di Cittadinanza è Il Messaggero, che nell’edizione in edicola martedì 22 novembre riporta le parole del sottosegretario per l’attuazione del programma Giovanbattista Fazzolari:
«Il Reddito di Cittadinanza verrà riformato così come avevamo annunciato, c’è un anno transitorio nel quale comunque tutte le persone in difficoltà saranno tutelate, chi non è in grado di lavorare avrà piena tutela e chi è in grado di lavorare invece avrà una riduzione dei mesi di sostegno, si porterà da 12 a otto mesi. […] Dal 2024 rivedremo l’intero sistema, lavorandoci su per garantire pieno sostegno ai bisognosi e inserire nel mondo del lavoro chi è in grado di lavorare».
Insomma, dal 1° gennaio 2023 alle persone occupabili tra i 18 e i 59 anni di età verrà riconosciuto il RdC per un massimo di 8 mensilità invece delle attuali 18 rinnovabili: per i 660mila occupabili lo stop arriverà dunque dopo agosto.
Il piano dell’Esecutivo prevede anche un periodo massimo di 6 mesi di partecipazione a un corso di formazione o riqualificazione professionale. Inoltre, si perderà il diritto al sussidio anche rifiutando una sola offerta di lavoro.
Si ragiona, infine, su un’abrogazione generale del Reddito di Cittadinanza da gennaio 2024, sostituito da una nuova riforma.