Voucher in agricoltura, la manovra di bilancio non è ancora definitiva ma è già polemica riguardo a un loro reinserimento come forma di retribuzione.
Non solo perché il voucher limita l’accesso alla disoccupazione e rappresenta un ritorno al passato, ma anche perché avvantaggerebbe i caporali o chi vuole sfruttare i lavoratori: a dirlo è Giovanni Mininni, Segretario generale Flai Cgil nazionale:
“Il Governo ha annunciato che con la prossima manovra di bilancio intende “introdurre” l’utilizzo dei voucher in agricoltura. Ci teniamo innanzitutto a precisare che i cosiddetti voucher sono già previsti per i lavoratori agricoli e sono anche ben normati da anni, con opportunità e giusti vincoli per garantire sia le imprese che i lavoratori. Innalzare soglie o eliminare tutele non significherebbe “semplificare” le procedure burocratiche ma, come abbiamo già visto in passato, dare maggiori spazi ai caporali o a chi vuole sfruttare chi lavora. Occorre intervenire sulla burocrazia ma questo è il modo peggiore per farlo. […] Allargando la platea di lavoratori che possono usarli (i voucher, ndr) e il limite economico di utilizzo, si destruttura il lavoro in agricoltura, precarizzandolo ulteriormente senza alcun motivo e riducendo i diritti contrattuali e previdenziali dei lavoratori e delle lavoratici più fragili in un settore dove già è forte la presenza di lavoro irregolare e illegalità”.
Inoltre, ha concluso Mininni, nel lavoro agricolo non sono necessarie “forme semplificate” di utilizzo delle prestazioni, dato che nel settore sono già previste leggi e contratti collettivi che consentono assunzioni anche di brevissima durata (anche un solo giorno) così da favorire la flessibilità.